E' una possibile causa dei deficit cognitivi e della demenza
Quando il sonno è interrotto da molteplici risvegli notturni, come accade spesso agli anziani, nel cervello va in scena l'over-attivazione di cellule immunitarie che potrebbero rappresentare la spiegazione del legame tra disturbi del sonno, declino cognitivo e rischio di demenza. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances da Andrew Lim e i colleghi dell'Università di Toronto. I disturbi del sonno, e in particolare il sonno frammentato sono stati più volte associati a declino cognitivo, deficit delle capacità mentali e demenza. Ma ad oggi nessun plausibile meccanismo d'azione era stato evidenziato. In questo studio sono stati coinvolti 685 over-65enni di cui 265 con una demenza.
Il loro sonno è stato monitorato con uno strumento ad hoc e con degli esami è stata monitorata l'attività della 'microglia', la prima linea di difesa cellulare attiva nel cervello. E' emerso che in concomitanza del sonno frammentato si rilevava una iper-attivazione della microglia e che questa iper-attivazione si poteva ricollegare al livello individuale di declino cognitivo. Questo studio, sebbene di per sé insufficiente per chiarire l'esistenza di un meccanismo di causa ed effetto tra disturbi del sonno, disfunzioni della microglia e demenza, apre a nuove ricerche per capire meglio tutti i meccanismi in atto in questo intricato processo di deterioramento cognitivo e della qualità del sonno.
fonte: Science Advances
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