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Epilessia, nuova tecnologia per studiare il tessuto cerebrale

Neurologia Redazione DottNet | 13/12/2019 13:53

Laboratorio all'Ospedale Bambino Gesù di Roma grazie alla donazione della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti

Mantenere in vita il tessuto cerebrale asportato dai pazienti con epilessia per studiare l'origine della malattia e sperimentare nuovi trattamenti terapeutici. Una nuova frontiera della ricerca si apre all'Ospedale Bambino Gesù di Roma grazie alla donazione della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, che ha consentito di realizzare per la prima volta in Italia un laboratorio per lo studio dei tessuti cerebrali umani attraverso una tecnologia innovativa. La strumentazione consentirà ricerche su cui l'ospedale della Santa Sede lavorerà in collaborazione con l'European Brain Research Institute (Ebri), fondato da Rita Levi Montalcini.   Lo studio del tessuto cerebrale asportato è di fondamentale importanza - spiegano gli esperti - per comprendere la natura delle displasie corticali focali e la patogenesi dell'epilessia resistente.

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Ma la maggiore limitazione all'esecuzione di questi studi è legata alla natura stessa del tessuto asportato, che tende a degradarsi dopo poche ore. La sofisticata strumentazione consentirà di studiare il tessuto cerebrale umano asportato, che grazie a una tecnica particolare di coltura in vitro (organotipica) sarà mantenuto in vita senza deterioramento fino a 6-8 settimane, preservandone invariata la connettività, l'attività epilettica e l'eccitabilità.  L'epilessia è una malattia neurologica, circa un terzo dei pazienti non risponde al trattamento farmacologico e in questi casi la soluzione può essere l'intervento neurochirurgico. Ma questo è possibile solo quando le lesioni cerebrali sono circoscritte. Attualmente sono circa 50 i bambini che ogni anno al Bambino Gesù vengono sottoposti a valutazione pre-chirurgica per epilessia resistente, e di questi circa 20 vengono sottoposti a intervento di asportazione del tessuto cerebrale epilettogeno.

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