Canali Minisiti ECM

Il parkinson può iniziare a svilupparsi prima della nascita

Neurologia Redazione DottNet | 29/01/2020 13:58

A scoprire i segni molecolari già in utero è uno studio pubblicato su Nature Medicine

 Il Parkinson giovanile, che si manifesta tra i 20 e 50 anni di età, potrebbe iniziare a svilupparsi nel cervello già prima della nascita. A scoprire dei segni molecolari già in utero è uno studio pubblicato su Nature Medicine, che apre anche la strada a nuove potenziali terapie. I ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center, in California hanno ricavato cellule staminali pluripotenti indotte provenienti da cellule di pazienti con Parkinson a esordio giovanile e le hanno utilizzate per ottenere neuroni che producono dopamina. Proprio il calo di produzione di questa sostanza è associato infatti alla malattia neurodegenerativa.

In questo modo è stato possibile esaminare lo sviluppo dei neuroni dopaminergici ed evidenziarvi un accumulo della proteina alfa-sinucleina (fenomeno ricorrente nel Parkinson), e il malfunzionamento dei lisosomi, le cellule che smaltiscono le molecole estranee e che, se difettose, provocano l'accumulo di alfa-sinucleina.

In questi pazienti, chiarisce Clive Svendsen, principale autore dello studio, "i neuroni della dopamina gestiscono male l'alfa-sinucleina per un periodo di 20 o 30 anni, facendo poi iniziare a emergere i sintomi del Parkinson".   Sfruttando i modelli di neuroni ottenuti dalle staminali, i ricercatori hanno testato una serie di molecole. In particolare, l'ingenolo mebutato, già approvato anche in Italia per il trattamento di formazioni precancerose della pelle, si è dimostrata capace di ridurre la concentrazione di alfa-sinucleina nei neuroni in vitro e sui topi. I risultati per i ricercatori, "forniscono la speranza che un giorno potremmo riuscire a individuare e curare precocemente questa malattia, per evitare che si sviluppi negli individui a rischio".

pubblicità

fonte: Nature Medicine

Commenti

I Correlati

In Italia, 1 minore su 5 è affetto da un disturbo neuropsichiatrico, circa 2 milioni di bambini e ragazzi, con importanti conseguenze sulla salute mentale

Ricercatori dell’Università di Bari, L’Aquila e Pavia ha valutato in due studi distinti l’efficacia di una sofisticata tecnica di “neuromodulazione non invasiva” in emicranici in cui le molecole più recenti avevano fallito

La SIN promuove la Famiglia al centro della cura dei Neonati in Terapia Intensiva Neonatale, per ridurre gli effetti negativi delle procedure dolorose. Al via il XXXI Congresso Nazionale SIN a Montesilvano

Lo studio, coordinato da Sapienza Università di Roma e publicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia, svela un dialogo tra due meccanismi della regolazione genica aprendo la strada alla possibilità

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Più letti