Ogni anno, solo in Italia, sono 3.500 le diagnosi e 1.500 i decessi causati dal tumore al collo dell'utero
Ogni anno, solo in Italia, sono 3.500 le diagnosi e 1.500 i decessi causati dal tumore al collo dell'utero, uno dei più facilmente prevenibili. A causarlo, infatti, nella grande maggioranza dei casi, è il Papilloma virus Humano (Hpv), un nemico nei confronti del quale sono disponibili ormai da tempo screening e vaccino. Diffondere informazione su questo tema è l'obiettivo dell'International HPV Awareness Day, che si è celebrata il 4 marzo scorso. Quelle da Hpv sono le più frequenti infezioni virali dell'apparato genitale e vengono trasmesse attraverso i rapporti sessuali.
Sebbene la maggior parte delle infezioni non causino sintomi, in alcuni casi può provocare lesioni precancerose che possono evolvere in tumore al collo, o cervice, dell'utero. Introdotta nel 2018 dalla International Papillomavirus Society (IPVS), la giornata internazionale del 4 marzo mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla disponibilità di strumenti di prevenzione, a incoraggiare i governi e gli individui di tutto il mondo ad agire per salvare centinaia di migliaia di donne e uomini che possono beneficiare del vaccino e di uno screening per la diagnosi precoce.
Laddove è stato introdotto, infatti, il pap test ha permesso di veder ridurre l'incidenza del tumore al collo dell'utero, che rappresenta il terzo più frequente tra le donne dopo quello alla mammella e al colon retto. In particolare, l'Australia è sulla buona strada per essere il primo paese al mondo ad eliminare, entro il 2035, il cancro cervicale attraverso un approccio combinato alla vaccinazione e allo screening. L'Hpv è responsabile, inoltre, di altri tipi di tumore, per i quali non vi sono screening, come quello anale, tumori della vagina, del pene, della testa e del collo. Di qui l'importanza di ridurre la circolazione del virus attraverso il vaccino. In Italia, la vaccinazione è offerta gratuitamente per ragazze e ragazzi nel corso del dodicesimo anno di età, ma i dati evidenziano un'ampia variabilità delle coperture vaccinali da regione a regione.
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