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Curcumina somministrata in nanoparticelle

Neurologia Redazione DottNet | 08/03/2020 18:56

Aperta la strada a studi di sviluppo clinico per l'Alzheimer

Per anni, gli amanti del curry hanno giurato sulle proprietà antinfiammatorie della curcuma, ma il suo composto attivo, la curcumina, è stata a lungo fonte di una sorta di frustrazione per i ricercatori, che tentavano di convalidare queste affermazioni con studi clinici. Un ostacolo era rappresentato dalla difficoltà del corpo umano di assorbirla facilmente. Ora, i ricercatori dell'Università dell'Australia del Sud, della McMaster University in Canada e della Texas A&M University hanno dimostrato che la curcumina può essere efficacemente distribuita nelle cellule umane attraverso minuscole nanoparticelle. Lo studio è pubblicato sulla rivista Drug Delivery and Translational Research.  Sanjay Garg, professore di scienze farmaceutiche presso l'Università dell'Australia del Sud, e il suo collega Ankit Parikh fanno parte di un team internazionale che ha sviluppato una formulazione che modifica il comportamento della curcumina per aumentare la sua biodisponibilità orale del 117%.

I ricercatori hanno dimostrato in esperimenti su animali che le nanoparticelle contenenti curcumina non solo prevengono il deterioramento cognitivo, ma annullano anche il danno. Questa scoperta apre la strada a studi di sviluppo clinico per l'Alzheimer.  Il co-autore della ricerca, il professor Xin-Fu Zhou, afferma che la nuova formulazione offre una potenziale soluzione per la patologia.   "La curcumina -rileva- è un composto che sopprime lo stress ossidativo e l'infiammazione, entrambi fattori patologici chiave per l'Alzheimer, e aiuta anche a rimuovere le placche amiloidi, piccoli frammenti di proteine che si aggregano nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer". Lo stesso metodo di distribuzione tramite anno particelle viene ora testato per dimostrare che la curcumina può anche prevenire la diffusione dell'herpes genitale

fonte: Drug Delivery and Translational Research

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