Centro studi Ircaf, si registrano forti differenze di prezzo nei capoluoghi
Le mascherine sono presenti in due farmacie su tre, e con forti differenze di prezzo. Lo afferma un'indagine condotta nei capoluoghi di regione dall'osservatorio istituito dal Centro Studi Nazionale Ircaf lunedì e martedì scorso, all'indomani dell'Ordinanza del Commissario Arcuri del 26 aprile che fissava il prezzo massimo, su 282 farmacie contattate telefonicamente. Secondo la survey solo il 67% delle farmacie hanno in vendita le mascherine chirurgiche monouso o "usa e getta". Si registrano punte del 100% a Bolzano, del 87% a Torino e Ancona, del 85% a Potenza, del 79% Milano, 76% Firenze e 75% a Catanzaro.
Il prezzo medio delle mascherine chirurgiche usa e getta registrato nel corso delle due giornate di rilevazione è risultato di 1,59 euro, con forti differenze tra le diverse città: Torino 2,22 euro, Aquila 2,01, Venezia 1,99, Aosta 1,95; all'opposto registriamo icosti più contenuti a Trieste con 0,59 cent di euro, 1 euro a Campobasso, 1,14 a Napoli, 1,17 a Firenze , 1,48 a Palermo, 1,50 a Perugia e Genova, 1,51 a Bologna e 1,52 ad Ancona. La differenza di prezzo più ampia fra le città è del 372%. "È evidente che con l'applicazione dell'ordinanza del Governo(che prevede anche l'azzeramento dell'IVA) nei prossimi giorni le famiglie potranno risparmiare 1,10 cent. euro per ogni mascherina chirurgica acquistata - concludono gli autori -. Considerando una famiglia media di tre persone (due che lavorano e uno che studia) con un utilizzo di 5 mascherine chirurgiche al giorno la spesa media si potrà attestare sui 2,5 euro al giorno, mentre prima di questi provvedimenti mediamente avrebbe sostenuto una spesa di 7.90 euro giornalieri".
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