In Australia ne sono stati evitati 2000 nell'arco di 8 anni
L'introduzione in Australia nel 2007 del programma di vaccinazione HPV contro il virus del papilloma umano è servita a prevenire circa 2000 nascite premature nell'arco di otto anni. E' la conclusione di una ricerca del Cancer Council of New South Wales, pubblicata sul Journal of Infectious Diseases e basata su dati demografici di nascite dal 2007 al 2015. Nel 2007 l'Australia è stata uno dei primi paesi a rendere disponibile il vaccino per il virus HPV, che causa cancro del collo dell'utero e altri tumori. Il vaccino è stato fornito inizialmente a donne adolescenti e fino a 26 anni e viene ora somministrato a ragazze e ragazzi all'inizio delle scuole superiori. I tassi di infezione in donne tra 18 e 35 anni sono diminuiti dell'80% da quando è stato introdotto il programma nazionale di vaccinazione, riducendosi a un tasso del 2% o meno.
La responsabile della ricerca, l'epidemiologa del cancro Karen Canfell, scrive che i dati indicano una correlazione fra la popolazione con una copertura del vaccino fra il 60 e l'80% e una netta riduzione di nascite premature, di nascite di peso minore e altri esiti avversi di gravidanza. "I dati indicano che nel gruppo di donne di 37 anni o meno si è registrato un declino di circa il 3,2% nei parti prematuri. Questo può non sembrare molto, ma stimiamo che sia servito a prevenire circa 2000 nascite premature durante il periodo", aggiunge. La copertura del vaccino è inoltre correlata con una riduzione del 9,8% in nascite di peso minore rispetto all'età gestionale.
fonte: Journal of Infectious Diseases
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