"Test non sempre effettuati dove servono"
"I tamponi per la diagnosi di Covid-19 non vengono sempre effettuati dove servono: non c'è chiara correlazione tra incidenza dei nuovi casi e numero di tamponi effettuati". Lo afferma l'Istant Report Covid-19 di Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Servizi Sanitari dell'Università Cattolica, campus di Roma) che fornisce anche i dati sulle regioni italiane. Quelle con maggiore incidenza settimanale dell'infezione sono Liguria e Lombardia (26 casi ogni 100.000 abitanti), con un valore sensibilmente in diminuzione della Lombardia rispetto alla scorsa settimana (42 casi ogni 100.
"In Liguria e Lombardia la quota della popolazione testata sembra molto bassa considerando l'alta incidenza dei contagi registrata nell'ultima settimana", sottolinea Americo Cicchetti coordinatore del gruppo di lavoro dell'Università Cattolica, "Veneto, Friuli Venezia Giulia, Province Autonome di Bolzano e Umbria sono le Regioni più previdenti sotto questo punto di vista. Infatti, a fronte di una incidenza settimanale di nuovi casi sotto la media nazionale, associano un elevato rapporto tra popolazione e tamponi". Il report evidenzia inoltre che le Regioni continuano a differenziarsi in termini di strategia di ricerca del virus attraverso i tamponi, anche se il trend nazionale è in crescita: rispetto alla settimana scorsa, in Italia il tasso per 100.000 abitanti è passato da 7,07 a 7,14. Il tasso settimanale più basso si registra in Puglia (è di 3,06 tamponi per mille abitanti nell'ultima settimana); quello più alto nella Provincia autonoma di Trento (28,38 per mille abitanti), subito dopo la Valle d'Aosta con 17,89 per mille abitanti. Il Lazio si ferma a 4,90, sotto la media nazionale (7,14 tamponi per mille abitanti). "Osservando il dato dall'inizio dell'epidemia a livello nazionale, il 3,31% ha ricevuto il tampone. Il valore massimo in Valle d'Aosta con il 7,85, il minimo in Campania (1,19%)".
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