Ass. Coscioni, 3mila richieste di aiuto. Bonino, violazioni alla 194
Durante il periodo del lockdown le interruzioni volontarie di gravidanza (ivg) sono state sospese o ridotte in vari ospedali italiani, tanto che oltre 3000 richieste di aiuto, 33 al giorno, sono giunte all'Associazione Luca Coscioni. A denunciarlo è la stessa Associazione, mentre la leader di Più Europa Emma Bonino sottolinea come dopo 42 anni vi siano ancora "violazioni" alla legge 194 sull'aborto. In tempo di Covid-19, sottolinea il segretario del'Associazione Coscioni Filomena Gallo, "nonostante l'interruzione di gravidanza abbia sempre un carattere d'urgenza e rientri nelle prestazioni inderogabili anche secondo il decreto del Ministro della Salute, alcuni ospedali stanno riducendo, altri sospendendo, gli accessi alle pratiche per l'aborto, senza fornire chiare informazioni, con enormi differenze da regione a regione".
Ad ogni anniversario della legge che disciplina il ricorso all'ivg, rileva, "emerge la mancanza di volontà politica nell'applicazione di questa norma che ha avuto il merito di evitare gravi danni alla salute delle donne".
"Dopo più di 40 anni, penso che l'adozione della Legge 194, pur intrisa di gravi limitazioni o persino ipocrisie, sia stata di fondamentale importanza, per evitare alle donne il dolore e l'umiliazione dell'aborto in clandestinità", scrive Emma Bonino sui social e sul sito di Più Europa, parlando della legge approvata il 22 maggio del 1978. Ancora adesso, sottolinea, "andrebbero eliminate sacche di discriminazione, vere e proprie violazioni di legge, ma io credo che sia stata una legge positiva, visto lo stesso declino del ricorso all'aborto, come i numeri dimostrano". Oggi, a ricorrere a questo strumento, ricorda, sono soprattutto le donne immigrate: quelle che hanno meno accesso ai servizi sanitari e alla contraccezione. Serve, "da una parte, mettere un argine all'obiezione di coscienza di massa, che spesso non è di coscienza ma di carriera, e dall'altra - conclude Bonino - fare più attenzione alle innovazioni scientifiche, per esempio all'aborto farmacologico, in un momento in cui, peraltro, il covid-19 spaventa troppo e induce a non rivolgersi come prima alle poche, a dire il vero, strutture sanitarie dove non ci sono obiettori".
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