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Vaccino Oxford, dimezzate le chance di successo

Infettivologia Redazione DottNet | 25/05/2020 23:37

I ricercatori temono l'effetto calo dei contagiati sulla sperimentazione

 Il rapido declino dei contagi nel Regno Unito rischia di rallentare se non compromettere la sperimentazione per la messa a punto del vaccino anti-Covid, sul quale sta lavorando da mesi l'Università di Oxford in tandem con l'azienda Advent Irbm di Pomezia. Un vero paradosso, quello in cui si trovano i ricercatori del Jenner Institute, dove sono in corso i test al momento più avanzati in Europa su un prototipo: se il virus circolerà a bassi livelli, gli scienziati non potranno controllarne l'efficacia. "E' una corsa contro il tempo prima che il virus sparisca - ha dichiarato il professor Adrian Hill, coordinatore del programma di test, citato dai media britannici -. In precedenza avevamo detto che c'era l'80% di possibilità di sviluppare un vaccino efficace entro settembre.

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Ma ora quelle possibilità si sono ridotte al 50%. Ci troviamo in questa bizzarra situazione che vogliamo che il Covid resista, almeno ancora per un po'". La sperimentazione sul vaccino, conosciuto come ChAdOx1 nCoV-19, hanno coinvolto finora una parte di una campione di un migliaio di adulti sani, tra i 18 e 55 anni. Secondo il protocollo, presto la seconda e terza fase dovrebbero prevedere la somministrazione ad un numero più ampio (10mila volontari), estendendo anche l'età del campione a bambini ed anziani. Al momento si stima però che solo lo 0,25% della popolazione britannica sia infetto, una percentuale destina a ridursi ulteriormente se continueranno a funzionare le attuali misure di lockdown, rendendo sempre più difficile le verifiche.

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