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Riaperture tra regioni: ancora perplessità

Sanità pubblica Redazione DottNet | 31/05/2020 18:02

Speranza, il rischio c'è. Rossi (Toscana): sarebbe meglio aspettare un'altra settimana

"Un rischio c'è e sarebbe sbagliato non riconoscerlo, è chiaro che un rischio lo stiamo assumendo poichè il rischio zero ora non esiste ma ci arriveremo solo quando ci sarà il vaccino. Fino ad allora si tratta di assumersi dei rischi ponderati e di provare a gestire una fase diversa".   Lo ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza a '1/2 ora in più' a proposito della riapertura della mobilità infra regionale dal 3 giugno. Per "il rischio zero avremmo dovuto conservare un lockdown assoluto per mesi ma il Paese non avrebbe retto". Che ci sia una "differenza sui territori è un dato di fatto innegabile e il nord ha pagato il prezzo più alto, ma ora il trend di tutte le regioni va nella direzione giusta. Al momento - ha sottolineato il ministro i dati ci dicono che è vero che ci sono differenze quantitative ma la tendenza di tutte le regioni va nella direzione giusta ed è in discesa".

Tuttavia, ha avvertito, "le settimane che arriveranno sono ancora con un esito non scontato e le misure di distanziamento e precauzione saranno determinanti". Ora, ha aggiunto il ministro, "il Paese sta molto meglio, abbiamo avuto una fase difficilissima e siamo stati i primi a dover prendere decisioni durissime, ma il coronavirus non è finito, è un'onda che si sta spostando ma non è scomparso. Dunque, le norme resteranno".  "Abbiamo ancora bisogno di comportamenti corretti. Dal 4 maggio i dati sono progressivamente migliorati e nonostante le aperture prudenti e graduali, comunque la curva non si è rialzata ma ha continuato a piegarsi dal lato giusto. Ma guai a cantar vittoria e pensare - ha concluso Speranza - che tutto sia finito".

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"C'è un sentimento diffuso di preoccupazione anche tra i cittadini, tutti si ricordano che quando si parlò di chiudere la Lombardia, la sera prima molti lombardi sono tornati alle case di origine o nelle seconde case e ad esempio anche sulla costa toscana ci sono stati fenomeni di allargamento del contagio proprio a causa di queste presenze. Visto questo impatto così pesante che mantiene ancora la Lombardia, anche se in riduzione, anche se i numeri ormai sono sotto controllo, forse sarebbe il caso di fare un ragionamento di articolazione, di buonsenso. Penso che aspettare una settimana e arrivare anche in Lombardia a un numero di contagi molto ridotto darebbe sicurezza a tutta l’Italia e forse si potrebbe riaprire con maggiore tranquillità".

Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (nella foto), ad Agenda, su Sky Tg24. Non è possibile - ha proseguito Rossi - parlare di certificato di immunità, che non esiste, né di protocolli particolari o passaporti sanitari tra regione e regione. Mi sembrano delle sciocchezze. Abbiamo fatto un grande lavoro nel periodo della chiusura, adesso rischiamo di lanciare un messaggio contrario, sulla base delle emozioni, che tutto è finito. Non è così. I fenomeni non sono assolutamente assestati: laddove ci sono centinaia di casi rimango sbalordito da questa forte spinta a riprendere tutto come prima, sarei più cauto. Non sono per la guerra fra Regioni, per fare lo sceriffo, ma il mio invito al Governo è di considerare anche questi aspetti".

E' "giusto riaprire tutte le Regioni ma con il giusto monitoraggio", commenta il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, in merito alla possibilità di consentire la mobilità tra tutte le Regioni a partire dal 3 giugno. "Le famiglie italiane sanno stare attente: riaprire i confini con quella sana attenzione, basta essere quel giusto attenti.   Ormai - ha affermato - abbiamo imparato ad essere attenti, rientra nel nostro quotidiano il distanziamento sociale, piuttosto che quella sana attenzione igienico sanitaria personale. Col giusto monitoraggio va bene così".

Rispondendo poi alla domanda su come il ministro immagini la "nuova normalità" post covid, Costa ha detto che "da ministro dell'Ambiente vedo una nuova normalità con una mobilità diversa, una sostenibilità diversa delle nostre case, la nuova normalità la vedo molto green con un senso di partecipazione attiva della cittadinanza, un cittadino che non subisce ma partecipa alle sorti del nuovo Paese che stiamo costruendo. Il Green Deal, quello europeo e poi quello italiano collegato, necessitano di questa partecipazione. Credo che il covid ci abbia spinto molto a voler partecipare e non essere attori passivi, questo va riconosciuto al popolo italiano".

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