Canali Minisiti ECM

I casi gravi di Covid modificano le cellule immunitarie

Infettivologia Redazione DottNet | 24/09/2020 11:08

Trovate poche cellule T "non convenzionali" nel sangue

Chi ha una forma grave di Covid-19 ha alcuni cambiamenti delle cellule immunitarie note come linfociti T "non convenzionali". A dirlo è uno studio francese dell'Inserm e dell'Università di Tours che è stato pubblicato sul Journal of Experimental Medicine. Secondo gli studiosi, proprio il monitoraggio dell'attività di queste cellule nel sangue dei pazienti potrebbe aiutare a prevedere la gravità e il decorso della malattia.  La maggior parte delle persone infettate dal virus Sars-Cov-2 presenta sintomi relativamente lievi, ma alcuni pazienti sviluppano una risposta infiammatoria anormale associata al danno polmonare e alla Ards, la sindrome da distress respiratorio acuto, che può portare alla morte.  Le cellule T non convenzionali aiutano a controllare la risposta all'infezione virale e si trovano comunemente nei polmoni e in altri tessuti del corpo.

  Gli studiosi hanno scoperto come due popolazioni di linfociti T non convenzionali, noti come linfociti T invarianti associati alla mucosa (Mait) e linfociti T natural killer (iNkt), sono stati trovati in quantità notevolmente ridotte nel sangue di pazienti con una grave condizione di Covid-19. Allo stesso tempo, però, è stato notato come nelle vie aeree dei pazienti la quantità di Mait era aumentata: ciò potrebbe suggerire una migrazione delle cellule nei polmoni per controllare localmente l'infezione da Sars-Cov-2.  I ricercatori hanno scoperto inoltre che i pazienti il ;;cui sangue aveva linfociti Mait e iNkt particolarmente attivi al momento del loro ricovero in terapia intensiva avevano una migliore evoluzione del loro livello di ipossiemia (cioè del basso livello di ossigeno nel sangue) e si notava un decorso più rapido della loro malattia verso la guarigione.

pubblicità

fonte: Journal of Experimental Medicine

Commenti

I Correlati

Lo studio del direttore del Centro di Allergologia Pediatrica dell'Ateneo napoletano presentato a Glasgow: “Cibi sani e meno plastica per prevenire patologie in età pediatrica”

Lo rivela lo studio Simi-Nutro, pubblicato a giugno dall'European Journal of Internal Medicine e condotto dai membri della Società italiana di medicina Interna (Simi)

Studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata” e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston

Somministrato per iniezione due volte l'anno, il farmaco ha dimostrato un'efficacia di oltre il 99,9% nel prevenire il contagio negli adulti e negli adolescenti, talmente alta da poter essere considerato funzionalmente simile a un vaccino

Ti potrebbero interessare

Commissario straordinario, armonizzare azioni nei territori

Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna

Lo rivela una ricerca sul New England Journal of Medicine

Nello spot di Italia Longeva il rapporto speciale tra nonno e nipote per sensibilizzare sulla importanza della prevenzione vaccinale per difendersi dalle malattie più temibili nella terza età

Ultime News

Più letti