Se il 2013 sarà, come affermano molti osservatori del mondo farmaceutico, l'anno del "grande freddo", quando, come ha scritto Marco Scatigna direttore della Fondazione Sanofi Aventis "i grandi gruppi avranno perso dal 22% al 41% del loro attuale fatturato", a causa della fine dei brevetti e della concorrenza dei farmaci generici, le grandi manovre d'inizio 2009 appariranno solo come un tentativo di "correre ai ripari". Per ora si guarda ai conti di giugno, dopo le imponenti acquisizioni a colpi di miliardi di dollari: Pfizer che compra Wyeth per 64,015 miliardi, Roche che acquisisce tutto il pacchetto Genentech per 47,12 miliardi; l'americana Merck & Co. che acquista Schering-Plough per 43,19 miliardi.
In un mondo "fermo" per la crisi e dove le acquisizioni, secondo uno studio MergerMarket crollano del 30% rispetto ad un anno fa, il comparto farmaceutico è l'unico in controtendenza. E non solo per i 3 grandi colpi che si sono susseguiti. Un altro colosso, GlaxoSmithKline, fa "spesa" con i laboratori statunitensi della tedesca Stiefel ed entra (16%) nella sudafricana Aspen Pharmacare, industria di farmaci generici. Novartis punta ad aumentare la partecipazione nella filiale indiana, acquisisce le attività commerciali e di marketing dell'azienda milanese Mipharm (generici), acquista una divisione della austriaca Ebewe Pharma (generici iniettabili). Sanofi-Aventis acquisisce il produttore di farmaci generici Laboratorios Kendrick in Messico e sempre nei generici, la brasiliana Medley e la ceca Zentiva. Un turbinio di affari, singoli accordi, rumors e anticipazioni smentite (ultima la corsa all'acquisto dell'indiana Wockardt, divisione biotec, tra Pfizer e Sanofi-Aventis). Tutti comunque guardano ai mercati emergenti: India, Cina, Brasile, Messico, Russia, Corea del Sud, Turchia...
Critici verso le mega-fusioni sia John Lechleiter, amministratore delegato di Eli Lilly (che ha escluso ulteriori accordi con Bristol-Myers Squibb) che Andrew Witty di GlaxoSmithKline ("Operazioni distruttive").
"È la risposta ad una debolezza", sostiene Fabrizio Gianfrate, docente di Economia Sanitaria alla Luiss di Roma e a Ferrara, "le scadenze bevettuali, la mancanza di nuove molecole, pongono la grandi aziende di fronte alla necessità di acquisire linee di ricerca con prospettive di mercato e riposizionarsi.
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