Nella settimana dall'11 al 17 novembre, secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, il numero è cresciuto del 41,7%: sono stati infatti 4.134 rispetto a 2.918 della settimana precedent
Nonostante un primo rallentamento nella crescita dei casi di Covid in Italia, resta esponenziale l'incremento dei decessi. Ma a essere imputabili alla pandemia sono anche tante altre morti avvenute per altre cause, in qualche modo collegate allo tsunami provocato dal Sars-CoV-2. A cercare di fare luce è il monitoraggio 'Andamento della mortalità nelle città italiane in relazione al Covid' che mostra, a ottobre un incremento di mortalità del 22% in media nelle città del Nord e del 23% in quelle del Centro-Sud, ma con picchi significativi in diverse città, come Roma, Genova, Torino e Palermo. Il sistema di monitoraggio settimanale, realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, per conto del ministero della Salute, nato 15 anni fa per valutare la mortalità causata dalle ondate di calore, è da tempo utilizzato per capire l'impatto dell'influenza stagionale e ora anche per "disporre di dati tempestivi in una fase di rapida evoluzione dell'epidemia Covid".
Per i 32 Comuni inclusi nel monitoraggio, la mortalità giornaliera (ovvero i residenti deceduti) viene confrontata con quella dell'analogo periodo dei 5 anni precedenti (che rappresenta il valore atteso).
Non tutti sono attribuibili al Covid ma in modo diretto o indiretto, una buona parte. Come ha mostrato per la prima ondata uno studio condotto insieme all'Istituto Superiore di Sanità (Iss), sulla base del monitoraggio della mortalità Covid e pubblicato su BMC Public Health per capire quanti sono stati provocati direttamente dal Sars-Cov-2 e quanti lo sono stati in modo indiretto, ad esempio per la riduzione dell'assistenza sanitaria, per le mancate terapie oncologiche o per la reticenza delle persone di andare in pronto soccorso per paura di un contagio. Intanto i morti direttamente causati dal Covid continuano a crescere. Nella settimana dall'11 al 17 novembre, secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, il numero è cresciuto del 41,7%: sono stati infatti 4.134 rispetto a 2.918 della settimana precedente. L'effetto delle misure di restrizione sui decessi, sottolinea l'immunologa dell'Università di Padova Antonella Viola, "nonostante il rallentamento della crescita dei casi purtroppo arriverà a distanza di un paio di settimane perché quelli di oggi sono l'effetto dei contagiati di un mese fa".
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