Un'adeguata profilazione genomica di questi tumori alla diagnosi è fondamentale per permettere il trattamento con pemigatinib
Un gruppo internazionale di scienziati tra cui Davide Melisi, professore di Oncologia medica dell'Università di Verona e ricercatore sostenuto da Fondazione AIRC, ha identificato una nuova strategia terapeutica per il trattamento dei pazienti affetti da tumori delle vie biliari in stadio avanzato. Gli scienziati hanno dimostrato come una adeguata profilazione genomica di questi tumori alla diagnosi sia fondamentale per permettere il trattamento con pemigatinib, un farmaco in grado di inibire l'attività di uno dei principali recettori responsabili della crescita e diffusione della malattia. Il nuovo farmaco può infatti aumentare in maniera statisticamente significativa la sopravvivenza sia generale sia libera da progressione dalla malattia dei pazienti affetti da tumori delle vie biliari intraepatici, peraltro con un profilo di tossicità molto favorevole.
"Riportare nel Paese la produzione di principi attivi"
Il biomarcatore agisce favorendo la moltiplicazione delle cellule tumorali e la loro sopravvivenza, regolando importanti processi cellulari legati alla divisione e alla risposta allo stress
Dieci molecole assorbono 70% consumi. Ampie differenze tra regioni
Ogni anno in Europa una “scuola elementare” scomparea causa di un raro tumore cerebrale infantile. L’Italia compie un passo storico nella cura per fermarlo
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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