Lo rivela uno studio di un team di ricercatori dell'Irccs Materno Infantile Burlo Garofolo e dell'Università di Trieste
Una stretta relazione tra batteri del cavo orale e la "tempesta citochinica" associata alla gravità della malattia nei pazienti affetti da Covid-19 è stata identificata per la prima volta da uno studio di un team di ricercatori dell'Irccs Materno Infantile Burlo Garofolo e dell'Università di Trieste. Il lavoro mira a implementare le informazioni sul meccanismo di azione di Covid-19 e l'evoluzione della malattia con modelli predittivi utilizzando biomarcatori precoci presenti nel cavo orale, e quindi a proporre nuove ipotesi terapeutiche di supporto, come l'utilizzo di un gruppo di batteri "benefici" capace di contrastare i batteri attivatori della "tempesta citochinica", presenti nel cavo orale dei pazienti nelle prime fasi dell'infezione.
"Recenti ricerche - ha spiegato Manola Comar, professore di Microbiologia e direttore della struttura di microbiologia traslazionale dell'Ircss - hanno dimostrato che esiste una cooperazione 'silente' tra batteri (microbiota) e virus residenti nei vari distretti del corpo umano e in modo particolare a livello del cavo orale".
"Prevotella salivae, Veillonella infantium, Prevotella jejuni e Soonwooa purpurea - ha evidenziato Comar - si sono dimostrati i marcatori batterici distintivi dei pazienti Covid. Questo 'consorzio batterico' è stato associato alla produzione nel cavo orale di un gruppo di citochine pro-infiammatorie, che abbiamo riscontrato nel siero di pazienti che mostravano quadri severi e complicanze della malattia". Lo studio ha dimostrato - ha sottolineato Valerio Iebba, ricercatore microbiologo e bioinformatico dell'Università di Trieste - che "alcuni batteri sono marcatori specifici della presenza di altre patologie concomitanti, cardiache e neurologiche: la presenza in grandi quantità di Prevotella jejuni nel cavo orale era associata alla perdita dell'olfatto, sintomo riscontrato nel 35% dei pazienti esaminati".
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