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Medici di famiglia e Covid: intesa vaccini bloccata. Ma c'è l'algoritmo

Medicina Generale Redazione DottNet | 11/02/2021 21:13

Solo alcune regioni hanno siglato gli accordi. L'algoritmo della Fimmg analizza età e patologie. Creato un nuovo gruppo di lavoro per aggiornare le cure domiciliari

Da un lato c'è l'algoritmo capace di elaborare le banche dati a disposizione dei medici di medicina generale (e non solo) e che definisce, grazie all'intelligenza artificiale, quali sono i pazienti da vaccinare prioritariamente perché legati a una prognosi a rischio nel caso di infezione da Sars-CoV-2, il virus che causa la Covid-19. Dall'altro lato il protocollo d'intesa che Governo e regioni stavano discutendo con i medici di famiglia per coinvolgerli nelle vaccinazioni anti-Covid, "si è bloccato e per ora ci sono solo alcuni accordi conclusi da singole regioni con i medici di medicina generale". A dirlo è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale). Insomma regna ancora grande incertezza per i medici di famiglia, soprattutto per le norme e per i compensi relativi ai vaccini:  "Il coinvolgimento dei medici di famiglia è una conditio sine qua non, specialmente con la pandemia ancora in corso, per le vaccinazioni", rileva Scotti. Tuttavia, il percorso iniziale che era stato avviato con il ministro della Salute, il presidente della Conferenza Stato-Regioni e il commissario per l'emergenza Covid, per arrivare ad un protocollo d'intesa "con noi medici di famiglia si è fermato - continua - C'era da definire la parte del finanziamento, non previsto dalla Finanziaria su questo punto. Con la crisi di Governo la discussione si è fermata". 

Al momento quindi alcune regioni hanno siglato degli accordi con le rappresentanze della Fimmg a livello locale. Oltre alla Lombardia, "ci sono il Piemonte e si stanno chiudendo degli accordi in Val d'Aosta e Toscana. Ma il rischio - riflette Scotti - è che le Regioni più ricche facciano gli accordi con i medici di famiglia, garantendo la vaccinazione a più persone, mentre quelle più povere no". Tra l'altro, anche a livello di diffusione del virus, è bene che siano coinvolti i medici di famiglia, secondo Scotti, "perchè con i centri di vaccinazione di massa c'è un maggiore rischio di assembramenti e contatti. Più punti vaccinali ci sono, meglio è per ridurre i contatti".  Un altro punto che bisognerà definire nel protocollo d'intesa con la medicina territoriale, conclude Scotti, è quello delle dosi: "Se anche potessimo avere noi tutti 43.000 medici di famiglia i 2 milioni di dosi che AstraZeneca consegnerà a febbraio, ciascun medico avrebbe 50 dosi da fare. Con questi numeri non si può parlare di una campagna di massa. E' una maratona in cui dosare le energie, e ora bisogna proteggere i più vulnerabili".

Dicevamo dell'algoritmo: il software, ormai pronto ad essere testato, è stato messo in piedi da FIMMG, grazie alle competenze di Net Medica Italia, con il coinvolgimento di CittadinanzAttiva, grazie al segretario generale Antonio Gaudioso, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Politecnica delle Marche e un panel di esperti di grande spessore. Tra gli altri, il professor Paolo Bonanni (ordinario di Igiene all’Università di Firenze), il professor Pier Luigi Lopalco (ordinario di Igiene all'Università di Pisa), il professor Walter Ricciardi (consulente del Ministero della Salute e docente di Igiene all’Università Cattolica del Sacro Cuore), Tommasa Maio (responsabile Area Vaccini FIMMG), il professor Emanuele Frontoni (docente di Comuter  Vision e Deep Learning all’università Politecnica delle Marche), Paolo Misericordia (responsabile centro studi FIMMG) e Nicola Calabrese (vice segretario nazionale FIMMG e presidente di Net Medica Italia).

A rendere il software pienamente compatibile con un impiego immediato su scala nazionale è la sua stessa struttura, sulla quale si innesta l’algoritmo di stratificazione dei pazienti. Una struttura che è stata creata seguendo le direttive fornite da Ministero della Salute, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Agenzia Italiana del Farmaco con l’obiettivo di individuare l’ordine di priorità delle categorie di cittadini da vaccinare dopo quelle della fase 1 (operatori sanitari e sociosanitari, personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani, anziani over 80 anni).

Sebbene l’età sia il primo fattore di rischio in caso di infezione da Sars-CoV-2, la sussistenza di altre patologie non può non essere presa in considerazione nel procedere alle vaccinazioni. Ed è proprio questo il lavoro svolto dall’algoritmo creato da Net Medica Italia. Il software riesce a stabilire l’ordine di priorità dando rilievo a considerazioni di carattere sanitario, guardando al maggior rischio di letalità correlato al Covid-19.  Parametri presi in considerazione, sulla base delle analisi condotte dagli studi scientifici a disposizione, sono l’età e la presenza di condizioni patologiche che rappresentano le variabili principali di correlazione con la mortalità per Covid-19. Come prescritto dal Ministero della Salute, guardando alle categorie di individui con aumentato rischio clinico per comorbidità, sulla base delle conoscenze attualmente disponibili, il software guarda a specifiche indicazioni di priorità determinate per aree di patologia. In particolare: malattie respiratorie, malattie cardiocircolatorie, condizioni neurologiche e disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica), diabete/ o altre endocrinopatie severe, fibrosi cistica, Hiv e insufficienza renale o altra patologia renale.

«I medici di medicina generale – commenta Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG - sono pronti a dare una spinta e un’accelerazione determinate alle vaccinazioni. Ancor più alla luce delle opportunità offerte da questo strumento, bisogna definire le modalità con le quali partecipare all'organizzazione e alla realizzazione della seconda fase». Il software si propone come un modello gratuito per i medici e per le istituzioni, capace di funzionare con tutte le piattaforme aziendali e regionali. Sotto il profilo tecnico si parte dalle informazioni già contenute sui database dei medici di medicina generale e grazie all'algoritmo si individuano i soggetti che hanno la priorità vaccinale. La piattaforma permette anche di prenotare la vaccinazione sia presso un punto vaccinale, sia presso lo studio del medico. Aspetto, quest’ultimo, legato anche e soprattutto al tipo di vaccino che verrà reso disponibile e dalle sue modalità di conservazione. La piattaforma invia infine conferma al cittadino che potrà vaccinarsi.

E per le cure domiciliari per i malati di Covid?  Il ministero della Salute ha costituito un gruppo di lavoro che dovrà aggiornare la gestione delle cure a casa. La prima riunione è prevista per oggi e saranno coinvolti, oltre a membri del ministero, Istituto superiore di sanità e Comitato tecnico scientifico, anche rappresentanti dei medici di famiglia, infermieri e professioni sanitarie. A segnalarlo all'ANSA è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale).   "Lo scorso autunno c'era stato un gruppo di lavoro che aveva preparato il primo documento sulle cure domiciliari - precisa Scotti - ma ora ne è stato costituito un altro che dovrà aggiornarle, alla luce delle nuove evidenze scientifiche e di quanto si è appreso in questi mesi". Scotti spera che si parli anche degli anticorpi monoclonali, che secondo quanto deciso dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) andranno somministrati in ospedale o in studi medici attrezzati. "Questi farmaci sono utili - conclude Scotti - se somministrati nelle prime fasi della malattia, ma chi può identificare queste fasi se non la medicina di famiglia? Spero che si affronti anche questo tema nell'aggiornamento delle cure domiciliari".

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