Canali Minisiti ECM

La fibrillazione atriale provoca declino cognitivo e demenza

Cardiologia Redazione DottNet | 22/04/2021 17:48

Studio di Città della Salute e Politecnico di Torino: altera il flusso cerebrale

La fibrillazione atriale, la più comune tra le aritmie cardiache, causa declino cognitivo e demenza, anche in assenza di eventi clinici evidenti, come il classico ictus cerebrale. E’ il risultato a cui sono giunti i ricercatori della Città della Salute e dal Politecnico di Torino sulla base di quanto emerso  in studio appena pubblicato su Europace.
 
La ricerca è stata condotta da un gruppo multidisciplinare composto da cardiologi e ricercatori dell'ospedale Molinette della Città della Salute e dell’Università di Torino - professor Matteo Anselmino, dottor Andrea Saglietto, dottoressa Daniela Canova - e da un team di ingegneri del Politecnico di Torino - professor Luca Ridolfi e professoressa Stefania Scarsoglio. Tale ricerca ha permesso di studiare per la prima volta nell’uomo gli effetti esercitati dalla fibrillazione atriale sul flusso sanguigno nei piccoli vasi cerebrali. Mediante l’utilizzo di una metodica nota come spettroscopia quasi infrarossa (NIRS), infatti, piccole sonde applicate sulla cute della fronte del paziente consentono di ottenere informazioni sul flusso sanguigno a livello del cervello. Gli studi sono stati svolti su circa 50 pazienti con fibrillazione atriale afferenti alla Cardiologia universitaria dell'ospedale Molinette (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari) ed hanno permesso di dimostrare come in corso di aritmia si generino transitorie ma ripetute alterazioni del flusso a livello del microcircolo cerebrale.

pubblicità

“Crediamo che queste transitorie riduzioni critiche dell’afflusso di sangue al cervello contribuiscano a lungo termine alla genesi della  demenza e più in generale al deficit cognitivo associato alla fibrillazione atriale”, spiega in una nota il professor De Ferrari.

E’ importante evidenziare come le alterazioni della circolazione cerebrale registrate dalla NIRS in corso di fibrillazione atriale tendano a scomparire al ripristino del normale ritmo cardiaco tramite una cardioversione elettrica. “Oggi noi possiamo offrire ai pazienti con fibrillazione atriale una tecnica molto efficace nel mantenere il ritmo sinusale a lungo termine, come l’ablazione transcatetere - afferma il professor Anselmino – ed abbiamo pertanto in programma di valutare se con questo approccio sia possibile ridurre il declino cognitivo in questa popolazione di pazienti.

Per i ricercatori, “considerando che la fibrillazione atriale aumenta con l’aumentare dell’età e ci si attende un raddoppio dei casi di fibrillazione atriale entro il 2050, è evidente quanto sia stato importante capire i meccanismi che legano la fibrillazione atriale alla demenza, al fine di poter ottimizzare le strategie terapeutiche e minimizzare il deficit cognitivo correlato all’aritmia, con enormi potenziali ricadute sulla qualità della vita e la gestione dell’assistenza socio-sanitaria dei pazienti”.
 

Commenti

I Correlati

Una over-50 su 2 soffre di insufficienza venosa. I consigli dei flebologi

E' la nuova campagna promossa dal Gruppo Servier in Italia in collaborazione con la Siprec), che mira a promuovere i benefici clinici, sociali ed economici che derivano dal seguire le terapie nelle malattie croniche cardiometaboliche

Silvestrini: "Se in passato si trattava di una patologia che colpiva principalmente i più anziani, oggi, complici gli stili di vita scorretti, l'età media si è abbassata"

Lo evidenzia lo studio danese DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in occasione del 75/mo congresso dell'American College of Cardiology ad Atlanta (Usa)

Ti potrebbero interessare

Una over-50 su 2 soffre di insufficienza venosa. I consigli dei flebologi

E' la nuova campagna promossa dal Gruppo Servier in Italia in collaborazione con la Siprec), che mira a promuovere i benefici clinici, sociali ed economici che derivano dal seguire le terapie nelle malattie croniche cardiometaboliche

Silvestrini: "Se in passato si trattava di una patologia che colpiva principalmente i più anziani, oggi, complici gli stili di vita scorretti, l'età media si è abbassata"

Lo evidenzia lo studio danese DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in occasione del 75/mo congresso dell'American College of Cardiology ad Atlanta (Usa)

Ultime News

Studio Usa, manca il supporto alla genitorialità

I sussidi servono per sostenere le spese per il primo anno di vita dei nuovi nati (ad esempio per baby-sitting e asilo nido), o per i primi 12 mesi di ingresso nel nucleo familiare nel caso di affidamenti e adozioni

Anelli (Fnomceo) : "Nettamente contrari all'eliminazione del numero chiuso". Di Silverio (Anaao): "E' una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di una visione futura. Chiederemo un incontro al Ministro Bernini"

Nel 2022 nel mondo 249 milioni di nuovi casi e 608 mila decessi