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Il Comitato tecnico: AstraZeneca agli over 60, seconda dose ai giovani con Pfizer o Moderna

Infettivologia Redazione DottNet | 11/06/2021 19:06

Preoccupa la corsa della variante Delta. Secondo le autorità sanitarie britanniche la variante è più trasmissibile del 64% rispetto al ceppo Alpha precedentemente dominante ed è 2,2 volte più probabile che porti al ricovero

Il vaccino di Astrazeneca è fortemente raccomandato per gli over 60 mentre chi ha meno di sessant'anni e ha già fatto una dose del siero a vettore virale farà la seconda con Pfizer o Moderna. E' questa l'indicazione contenuta nel parere del Comitato tecnico scientifico che rimanda ogni decisione alle autorità competenti. "Il Cts ha raccomandato per le prime dosi di vaccinazioni di riservare le dosi di AstraZeneca per coloro che abbiano età uguale o superiore a 60 anni, per la fascia sotto i 60 anni c'è invece la raccomandazione per i vaccini a mRna.

In questo contesto epidemiologico mutato il Cts in dialogo stretto con Aifa e le altre istituzioni sanitarie del paese, ha ritenuto opportuno rivalutare le indicazioni all'uso del vaccino AstraZeneca perchè essendo mutato lo scenario il rapporto tra benefici e potenziali rischi legati a trombosi rare cambia in funzione dell'età ma anche del mutato scenario". Lo ha detto il coordinatore del Cts Locatelli. "Per le seconde dosi - ha detto ancora - si è deciso di dare una raccomandazione per impiegare una stessa dose dello stesso vaccino per over 60, mentre per gli under 60 pur in assenza di segnali di allerta preoccupanti, la raccomandazione è per la vaccinazione eterologa". "Sono potenzialmente 7,4 i milioni di italiani sopra i 60 anni che potranno ricevere ancora il vaccino di Astrazeneca alla luce delle nuove indicazioni del Comitato tecnico scientifico", ha spiegato il Commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo sottolineando che si tratta di 3,5 di over 60 che devono ancora ricevere la prima dose - e sono quelli, ha detto, "su cui dobbiamo continuare sempre e in maniera incalzante a cercare di somministrare" i vaccini - e 3,9 milioni di over 60 che devono invece fare il richiamo.

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Scoppia però la polemica contro il Comitato tecnico scientifico che aveva dato il via libera agli Open Day per gli over 18 con i vaccini a vettore virale, come AstraZeneca e Johnson & Johnson. Lo si legge in un verbale pubblicato sui social da Giovanni Toti, governatore della Regione Liguria, di una riunione risalente allo scorso 12 maggio, in cui gli esperti erano stati appunto chiamati a dare un parere sulla somministrazione di questo tipo di vaccino sotto i 60 anni di età in iniziative come gli Open Day. "In questa fase - ha precisato Figliuolo - noi continueremo ad utilizzare il vaccino AstraZeneca secondo le indicazioni e raccomandazioni del CTS che tradurremo in maniera perentoria per l'utilizzo sui territori. La valutazione dei nostri scienziati sarà poi gradualmente aggiornata e verificheremo l'evoluzione della campagna di vaccinazione nel quadro epidemiologico e anche le opportunità di acquisti rispetto all'iniziativa Europea per la prossima annualità. Ma in questo momento noi continuiamo ad utilizzare il vaccino AstraZeneca nelle modalità che sono indicate dalla raccomandazione del CTS".

Ma la parola d'ordine adesso è fare presto, perché c'è una nuova variante, chiamata Delta, che tiene in allarme i governi orientali. In Cina sono stati bloccati oltre 350mila container a causa del nuovo picco di contagi. Un problema che da qualche settimana sta interessando anche il Regno Unito dove si ipotizza di rinviare l'open day del 21 giugno e dove più di 30.000 casi della variante Delta (indiana) sono stati registrati nell’ultima settimana. Il 91 per cento dei nuovi casi di Covid-19 nella settimana fino al 7 giugno erano del ceppo Delta del virus, identificato per la prima volta in India.

Secondo le autorità sanitarie britanniche la variante Delta è più trasmissibile del 64% rispetto al ceppo Alpha precedentemente dominante (la cosiddetta variante inglese) ed è 2,2 volte più probabile che porti al ricovero. Il totale dei casi confermati nel Paese è balzato a 42.323, da 12.131 la settimana precedente. Almeno 12 persone completamente vaccinate che sono state infettate dalla variante Delta sono morte. Le vittime avevano ricevuto la loro seconda dose di vaccino almeno due settimane prima di essere infettate. Altre 23 vittime invece non erano vaccinate e sette avevano ricevuto la prima dose da almeno 21 giorni. Ma i dati sono insufficienti per trarre conclusioni su ciò che questo significa per l’efficacia del vaccino contro la malattia grave o la morte. Negli ultimi 7 giorni il Paese ha registrato 55 decessi da Covid, circa 8 al giorno, un numero irrisorio rispetto al picco di oltre mille morti al giorno di gennaio. Jenny Harries, amministratore delegato dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, ha detto che con i casi della variante Delta “in aumento” a livello nazionale, la vaccinazione rimane la “migliore difesa”.

Per questo motivo le autorità sanitarie della regione di Madrid hanno deciso di ravvicinare il richiamo per chi ha avuto AstraZeneca. A Madrid l’aumento dei casi di Covid provocati da nuove varianti del coronavirus, in particolare quella individuata inizialmente in India (rinominata “Delta” e conosciuta tecnicamente come la B.1.617.2), preoccupa e non poco. In conferenza stampa, il vice assessore alla Sanità Antonio Zapatero ha detto che si tratta di una situazione “seria”: nell’ultima settimana sono stati riscontrati 18 casi di questa variante, della quale già si osserva “trasmissione comunitaria”. Zapatero ha aggiunto che la presenza “crescente” della variante Delta fa pensare che “nelle prossime settimane” potrebbe diventare la predominante. Una delle misure annunciate dalla regione madrilena per far fronte alla situazione è stata quella di anticipare il richiamo di persone over 60 vaccinate con una prima dose di AstraZeneca: inizialmente la seconda dose era prevista 12 settimane dopo la prima, ora si è deciso di anticiparla di una settimana, spiegano i media iberici.

"La nuova variante Delta" di Sars-CoV-2, identificata per la prima volta in India, "mostra una maggiore trasmissibilità e una certa fuga immunitaria" ed è "pronta a prendere piede, mentre" ancora oggi "in molti tra le popolazioni vulnerabili di età superiore ai 60 anni rimangono non protetti" dal vaccino, ha sottolineato Hans Kluge, direttore dell'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa, durante il consueto aggiornamento sulla situazione Covid nell'area.   "Siamo stati già" in una fase simile "prima. Durante la scorsa estate, i casi sono gradualmente aumentati nelle fasce di età più giovani, per poi spostarsi in quelle più anziane, contribuendo a una devastante ripresa, a lockdown e perdite di vite umane, nell'autunno e nell'inverno del 2020. Non ripetiamo questo errore", ha chiesto Kluge.

RIAPERTURE - "A partire da questa settimana, circa 36 Paesi su 53 nella Regione europea stanno allentando le restrizioni a seguito del calo dei casi Covid. Mentre dovremmo tutti riconoscere i progressi compiuti nella maggior parte dei Paesi dell'area, dobbiamo anche riconoscere che non siamo affatto fuori pericolo" è il monito lanciato da Kluge. "I tassi di notifica di casi Covid - ha avvertito - mostrano in tutta la Regione che la trasmissione comunitaria diffusa del virus continua. Con l'aumento degli incontri sociali, una maggiore mobilità della popolazione e grandi festival e tornei sportivi che si terranno nei prossimi giorni e settimane, l'Oms Europa chiede cautela".

DECESSI - "Per la prima volta dallo scorso autunno, la scorsa settimana i nuovi decessi Covid sono scesi sotto i 10mila nella Regione europea", dove "ad oggi abbiamo 55 milioni di casi confermati e 1,2 milioni di morti. Si tratta del 32% dei casi segnalati a livello globale e del 31% di tutti i decessi" è il quadro tracciato dal direttore dell'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa. "Complessivamente, per due mesi consecutivi abbiamo assistito a un calo in termini di casi, ricoveri e decessi. La scorsa settimana sono stati segnalati un totale di 368mila nuovi casi, un quinto dei casi settimanali segnalati durante il recente picco in Europa, nell'aprile di quest'anno".

VACCINAZIONI - "In 6 mesi sono state somministrate nella Regione europea più di 400 milioni di dosi di vaccini Covid. Questa estate, però, la vaccinazione deve avvenire a un ritmo molto più veloce", perché "ad oggi il 30% delle persone nell'area ha ricevuto almeno una dose e il 17% ha completato il ciclo, e anche se siamo arrivati lontano, non siamo arrivati abbastanza lontano. La copertura vaccinale è lontana dall'essere sufficiente per tutelare la Regione europea da una ripresa" dell'epidemia, è il monito lanciato da Hans Kluge. "La distanza da percorrere prima di raggiungere almeno l'80% di copertura della popolazione adulta è ancora notevole - ha ribadito - Dovremmo anche ricordare che essere vaccinati non ci impedisce automaticamente di ammalarci o di diffondere il virus. La vaccinazione riduce tuttavia la possibilità di ammalarsi gravemente o morire per Covid. Vi esorto quindi a vaccinarvi quando sarà il vostro turno", è l'appello, "e a raggiungere rapidamente un'elevata diffusione del vaccino nelle popolazioni più vulnerabili. In questo modo, salviamo vite e mezzi di sussistenza e poniamo fine alla pandemia prima".

CAMPAGNA CON UNICEF - "Le persone attendono davvero con ansia l'estate". Ma "non ripetiamo gli stessi errori". Per l'Oms Europa deve essere questo il mantra per la bella stagione in arrivo. L'Ufficio regionale dell'Agenzia Onu per la salute ha voluto ribadirlo anche con una campagna lanciata proprio oggi con l'Unicef, per un'estate sicura. Missione: "Incoraggiare ognuno a esercitare cautela, ridurre i rischi e proteggersi da Covid, mentre si godono l'estate", ha spiegato Kluge.

"Se scegli di viaggiare, fallo responsabilmente. Sii consapevole dei rischi. Applica il buon senso e non mettere a repentaglio i guadagni sudati. Ricorda le regole anti-contagio: lavati spesso le mani, mantieni le distanze, scegli contesti all'aperto e indossa una mascherina", è l'appello rinnovato dal direttore dell'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa. "Situazioni chiuse o affollate ti metteranno a maggior rischio". Pur "con l'aumento della copertura vaccinale - ha avvertito - dobbiamo attenerci fermamente alle misure protettive per sopprimere il virus. Questo deve accadere anche se i casi diminuiscono. Una combinazione di misure di sanità pubblica e vaccinazione, né l'una né l'altra da sole, è la via d'uscita da questa pandemia".

In chiusura Kluge ha voluto ricordare il precedente del 2020: "I casi sono diminuiti quando siamo entrati nel periodo estivo", ma poi c'è stata una nuova ondata Covid. Quindi "non è il momento di ridurre la risposta di salute pubblica" al virus. "Se vogliamo evitare un'altra ripresa" della pandemia "dopo l'estate, dobbiamo prendere in considerazione le lezioni dell'anno scorso: agire rapidamente sui segnali di aumento dei casi, ampliando i test e il sequenziamento; intensificando il tracciamento dei contatti". La chiave è "godersi l'estate ma farlo in sicurezza".

I decessi per Covid-19 del 2021 hanno già superato quelli registrati nel corso del 2020. Il dato emerge da un’analisi condotta dal Wall Street Journal sui dati ufficiali sui decessi da coronavirus nel mondo raccolti dalla Johns Hopkins University. Nell’articolo che commenta i dati si legge che quest’anno sono già morte più persone per Covid-19 che in tutto il 2020. I conteggi ufficiali evidenziano come la pandemia globale sia tutt’altro che finita: anche se i vaccini sembrano aver sconfitto il virus nelle nazioni ricche, nei Paesi poveri si continua a morire. Ci sono voluti sei mesi perché il mondo registrasse oltre 1,88 milioni di morti per Covid-19. Più precisamente, il dato sui morti per coronavirus nel mondo aggiornato alle 18 del 10 giugno 2021 è pari a 1.884.146 decessi. Il bilancio finale del 2020 era stato di 1.880.510 morti.

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