"Distogliere il medico di famiglia dall’ordinario controllo e dal trattamento delle cronicità danneggia la prevenzione"
“L’attuale fase della vaccinazione di massa e la difficoltà di raggiungere tutte le classi di età della popolazione c’indicano che gli hub non potranno rimanere per troppo tempo (per i costi enormi), cosicché il nuovo coinvolgimento dei medici di famiglia è indicato dal Governo come la soluzione ideale per proseguire la profilassi della popolazione”, così Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del Sindacato Medici Italiani – SMI, in una dichiarazione traccia un bilancio dell’andamento della campagna e il coinvolgimento dei medici di famiglia.
“Per questo distogliere il medico di famiglia dall’ordinario controllo e dal trattamento delle cronicità danneggia la prevenzione, non permette un buon controllo di riacutizzazione di malattie croniche e di diagnosi precoci.
“Non è bello prendere atto che l’impegno di spesa per questa pandemia è stato molto alto e che affidare ai medici di medicina generale la campagna vaccinale sarebbe molto più economico. I medici di medicina generale hanno concordato 8 euro per le somministrazioni in studio o negli hub e 25 euro per il domicilio, mentre altri colleghi hanno ottenuto 80 euro lordi all’ora. Sull’aspetto dei diversi trattamenti economici per le figure sanitarie coinvolte nella campagna vaccinale poi qualcuno (Governo e Regioni) ne dovranno rispondere, ma il punto centrale, in questo momento, è rappresentato da come il sistema sanitario risponda al bisogno di salute della popolazione”.
“Quando interloquiamo con i nostri pazienti, praticamente tutti comprendono l’importanza della protezione vaccinale e superano le incertezze. La questione, però, sta a monte. Dopo aver dato la disponibilità a vaccinare, dobbiamo segnalare che gli accordi contrattuali, quelli integrativi regionali, sono stati disattesi. Abbiamo vissuto una drammatica situazione sul piano organizzativo e operativo. La distribuzione dei vaccino ai medici di famiglia è stata scarsa, improvvisata; alcuni hanno avuto poche dosi, altri tante. I medici che hanno scelto di operare negli hub sono stati comunque discriminati rispetto agli altri operatori. Hanno potuto contare, oltre che sui vaccini, su infermieri, amministrativi e vaccini”.
“Alle luce di questo e dei nostri impegni extra Covid, siamo indotti a ritenere che l’eventuale assegnazione ai medici di medicina generale della terza dose non potrà essere garantita. Aspettiamo di capire cosa intendono fare il Governo e le regioni. Ma non siamo affatto ottimisti!”, conclude Abbaticchio.
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