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Obbligo vaccinale, presto una legge ad hoc con sanzioni. Il parere degli esperti

Sanità pubblica Redazione DottNet | 03/09/2021 19:02

Trasferimenti e sospensioni per i lavoratori, multe fino a 1000 euro per i cittadini

 Il giorno decisivo per l'obbligo vaccinale potrebbe essere il prossimo fine settimana. Al Governo stanno lavorando per mettere a punto il provvedimento che prevederà anche sanzioni. Che per i lavoratori potrebbero essere previsti trasferimento e sospensione. Per i cittadini la strada potrebbe essere analoga a quella seguita per il green pass prevedendo una multa da 400 a 1000 euro. Una strada, quella dell'obbligo, che mira a bloccare la diffusione del contagio ancora in atto ma che vede comunque posizioni differenziate anche tra gli esperti, una parte dei quali ritiene più opportuno un obbligo solo per categorie specifiche.

Attualmente, l'obbligo vaccinale è previsto per medici e personale sanitario, e sono già scattate le sospensioni dei camici bianchi - che restano comunque una netta minoranza - non vaccinati.

Per gli insegnanti è invece previsto l'obbligo del green pass. La prospettiva di un obbligo vaccinale esteso appare però ora più vicina e si tratta, spiega all'ANSA il giurista Amedeo Santosuosso, professore di diritto, scienza e nuove tecnologie all'Università di Pavia, di una strada "fattibile in tempi brevi attraverso una legge, che rispetterebbe tutti i crismi di costituzionalità".

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L'articolo 32 della Costituzione infatti, chiarisce, "prevede la possibilità di imporre un trattamento sanitario obbligatorio attraverso una legge determinando così un obbligo generale per i cittadini. Una legge di questo tipo sarebbe giustificata dai benefici documentati che il trattamento, in questo caso il vaccino, porterebbe alla comunità ed ai singoli". Gli studi scientifici, rileva Santosuosso, "dimostrano infatti gli effetti positivi dei vaccini ed un requisito alla base di una legge che prevede l'obbligo per un trattamento sanitario è proprio la vantaggiosità per la comunità e anche per i singoli individui. Ci sarebbero dunque tutti i requisiti per una legge di questo tipo".  Una strada, quella dell'obbligo, che mira a bloccare la diffusione del contagio ancora in atto ma che vede comunque posizioni differenziate anche tra gli esperti, una parte dei quali ritiene più opportuno un obbligo solo per categorie specifiche.

Quanto ai tempi, afferma Santusuosso, "questi dipendono dal Parlamento: in questo caso si tratta di una questione politica più che giuridica". Ad ogni modo, precisa l'esperto, "è comunque possibile, anche in mancanza di una legge nazionale, procedere a obblighi vaccinali specifici per singole categorie lavorative".

E proprio ad un obbligo 'per settori' puntano altri esperti, a partire da Amerigo Cicchetti, direttore di ALTEMS, l'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Universita' Cattolica di Roma. L'obbligo, attualmente non presente in alcun Paese, afferma è una "strada segnata, per l'Italia come per le altre Nazioni, al fine di bloccare l'epidemia: a mio parere è una strada percorribile senza particolari problemi giuridici ma ritengo che l'obbligatorietà vada prevista non per tutti ma per categorie precise, a partire dalla scuola e Università, la PA a contatto col pubblico ed i trasporti". Per gli altri infatti, "i rischi si possono ridurre ricorrendo al green pass e allo smart-working".

L'obbligo è giusto ma sarebbe più facile se indiretto secondo, invece, l' immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani: "Il miglior modo per contenere una pandemia è vaccinare tutti o quasi e per farlo serve una sorta di obbligo. Se è tecnicamente difficile fare un obbligo assoluto - spiega - ci si può arrivare con un obbligo indiretto, molto forte e sostanziale, ad esempio attraverso un green pass quasi totalizzante". Propende al contrario per un obbligo "universale" per tutta la popolazione vaccinabile il virologo Fabrizio Pregliasco, prevedendo l'utilizzo dei servizi già presenti sul territorio, con la collaborazione dei medici di base.

Sull'obbligo vaccinale gli esperti sono divisi. Se Matteo Bassetti come anche Fabrizio Pregliasco e Massimo Galli si dicono d'accordo con il premier, esprime dei dubbi Andrea Crisanti. "Sono d'accordo con la scelta del premier Draghi e del Governo di partire con la terza dose di vaccini" anti-Covid "e sull'obbligo vaccinale" come prospettiva possibile. "Quest'ultima è una scelta forte, ma dimostra che Draghi è la persona giusta, al posto giusto e nel momento giusto. Soprattutto, ha fatto capire a chi ancora non l'ha capito che si esce dalla pandemia con i vaccini. E' un grande premier, sono con lui in questa battaglia", ha detto all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova.

"La situazione epidemiologica e le caratteristiche del vaccino anti-Covid ci portano a dover immaginare una terza dose e la possibilità dell'obbligo", quindi l'indicazione del presidente del Consiglio Mario Draghi, "ci sta, ne sono contento e condivido", afferma all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano. In particolare "l'obbligo - ha aggiunto Pregliasco - è necessario perché è una convenienza, un'opportunità, vista l'efficacia dimostrata e la quota bassa di eventi avversi che i vaccini stanno dimostrando. E' un'utilità per il Servizio sanitario nazionale, per la riduzione dell'impatto sugli ospedali, per la possibilità di trattare le altre patologie che non sono andate in vacanza e, oltre tutto, per far riprendere l'economia".

"E' una logica conclusione relativamente ad una serie di considerazioni che si possono fare oggi: l'epidemia sta continuando; la campagna vaccinale negli ultimi giorni ha subito un forte rallentamento, e anche l'Oms ci ha richiamato come Ue. Quindi il Governo, giustamente, è arrivato alla conclusione che per dare impulso alle vaccinazioni si deve ricorrere all'obbligo", commenta Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma: "C'è la necessità di avviare rapidamente la terza dose - osserva - Anche questa è una soluzione valida, anche in relazione ai dati che emergono dai Paesi che sono già partiti".

"Se Draghi avrà la possibilità e la capacità di imporre l'obbligo vaccinale contro il Covid salirà ulteriormente nella mia stima. Non ci si diverte ad imporre l'obbligo, ma di fronte ad una situazione che ci vede costantemente impegnati nella lotta al virus diventa un elemento difficilmente eludibile". Così all'Adnkronos Salute Massimo Galli, docente di Malattie infettive all'università Statale e primario al Sacco di Milano.

A esprimere qualche dubbio è Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova. L'annuncio del premier Mario Draghi, che l'Italia potrebbe andare verso l'obbligo vaccinale contro Covid-19, "mi lascia molte riserve. Da Israele arrivano dei dati che indicano come l'efficacia dei vaccini si riduca al 70%. Al momento sono preoccupato per questo". "Questo annuncio è politico - rimarca il virologo - I vaccini funzionano e hanno un rapporto costo-benefici indiscutibile, ma non vorrei che con i dati che arrivano da Israele questa scelta dell'obbligo si riveli un boomerang per i no vax che potranno dire che i vaccini non funzionano e quindi rifiutare l'obbligo".

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