
Quasi 9 su 10 pagano di tasca propria per sensori ed esami
Il 40% dei cittadini con diabete ha sospeso le visite specialistiche per periodi che variano da 4 mesi ad un anno a causa della pandemia. Più della metà ha fatto i conti con sospensioni dei servizi offerti da Centri o servizi diabetologici, che sono andati ben oltre la chiusura per il lockdown. Quasi 9 su 10 pagano di tasca propria per sensori ed esami. Questo il quadro che emerge dalla seconda "Indagine civica sul diabete", presentata oggi da Cittadinanzattiva in un webinar online. In Italia le persone con diabete sono tra 3,4 e 4 milioni.
Realizzata con il contributo non condizionato di Medtronic Italia, l'indagine è basata su 7.
Altro nodo riguarda le spese che i pazienti affrontano di tasca propria. Oltre l'86% paga per aver e sensori e dispositivi di ultima generazione per il monitoraggio della patologia o per eseguire visite ed esami. L'86% segnala di pagare privatamente esami e visite specialistiche ma anche strisce reattive, pungidito, cerotti e sensori per il monitoraggio della glicemia, perché non prescritti, insufficiente o in ritardo. Circa il 13% segnala una spesa di 100 euro l'anno, il 33% di 300 euro, il 6% di 450 euro, il 7% di 1.000 euro, il 19% di 1.500 euro, con punte fino a 3.000 euro.
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