C'è tempo fino al 31 ottobre. Per i medici e i dentisti i contributi da scontare sono quelli di Quota A riferiti al 2021 e quelli di Quota B relativi ai redditi 2020, da denunciare entro il 15 settembre 2021
Manca meno di un mese dalla scadenza del 31 ottobre per la richiesta di esonero parziale dai versamenti previdenziali: Il maggior numero di domande è giunto dai medici con oltre 16mila già arrivate ad Enpam da parte dei soli medici liberi professionisti. Sono numeri ancora provvisori, visto che manca quasi un mese per il termine ultimo ma l'indicazione è senza dubbio chiara. Certo si tratta di numeri del tutto provvisori perché, appunto, tutti i professionisti hanno ancora quasi un mese per fare i propri conti e candidarsi al bonus, ma sono già indicativi di un disagio che ha colpito i camici bianchi della libera professione - gli altri infatti non rientrano nel beneficio - che hanno in parte accusato il colpo dello stop dovuto alla pandemia con il blocco di visite e esami.
Vediamo allora chi può chiedere l'esonero e come fare.
La prtemessa è che sarà lo Stato a farsi carico del pagamento, e la posizione contributiva degli interessati, ai fini della futura pensione, non subirà alcuna riduzione. Per i medici e i dentisti i contributi da scontare sono quelli di Quota A riferiti al 2021 e quelli di Quota B relativi ai redditi 2020, da denunciare entro il 15 settembre 2021, nel limite massimo complessivo per ciascun iscritto di 3.000 euro su base annua.
Il primo requisito per far valere questa opportunità unica è presentare la relativa domanda: gli interessati possono farlo accedendo all’Area riservata del sito della Fondazione con le loro credenziali. Il termine è fissato al 31 ottobre 2021. Chi ha fatto domanda prima del 4 agosto deve ripresentarla. Questo è un requisito importante: senza la domanda tutti i contributi restano comunque dovuti per intero. Quindi, anche in caso di dubbio, vale la pena di fare la richiesta: sarà poi l’Enpam a comunicare che non si ha diritto e (specie per chi è in crisi di liquidità) si guadagnerà comunque tempo per ottemperare. Il beneficio è diretto principalmente ai liberi professionisti, salvo alcune eccezioni. I requisiti per averne diritto sono sostanzialmente i seguenti:
Hanno comunque diritto all’esonero (senza applicare i limiti di cui ai precedenti punti 2 e 3) i medici, già collocati in pensione, a cui siano stati conferiti incarichi di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa per far fronte alla pandemia. In questo caso l’esonero si applica con riferimento a tutto il reddito libero professionale prodotto nel 2020 (non soltanto quello legato al Covid), da versare entro il 2021.
Il beneficio è precluso a tutti coloro che nel periodo di esonero sono stati titolari di un contratto di lavoro subordinato (quindi ad esempio il medico che nel 2020 era libero professionista ma nel 2021 lavora in ospedale non ha diritto all’esonero), con la sola eccezione del lavoro intermittente. Anche i titolari di pensione diretta nel 2021 (non quindi la reversibilità) sono esclusi dal beneficio; a questo proposito, visto che la presenza di pensione sarà valutata soltanto dopo la scadenza del termine, in alcuni casi può essere utile ritardare la presentazione della domanda di pensione (se la sua decorrenza rimane invariata) per incassare prima l’esonero.
Il Ministero del Lavoro, con la nota n. 6921/2021, ha fornito alcuni ulteriori chiarimenti. Per i medici iscritti all’Albo nel 2020 non si applica il requisito del calo del fatturato; l’esonero non può invece riguardare i medici iscritti all’Albo prima del 2020 che nel 2019 non hanno conseguito né reddito né fatturato, e nemmeno possono ottenerlo gli iscritti dal 2021 in poi. Inoltre rimane comunque dovuto il contributo di maternità (per il 2021 pari ad € 44,55), anche se su questo punto si attende un ulteriore chiarimento, data la difformità di atteggiamento con l’Inps
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