Nei soggetti che avevano tentato il suicidio, tre regioni del cervello erano più piccole
Uno studio internazionale ha stabilito un legame fra le strutture del cervello e il rischio che le persone che soffrono di depressione tentino di togliersi la vita. Un risultato che apre la strada a nuovi trattamenti per prevenire i suicidi. Nella ricerca guidata dal Queensland Institute of Medical Research, sono stati studiati i cervelli di quasi 19 mila persone: di cui 694 avevano tentato il suicidio e oltre 6000 soffrivano di depressione e non avevano tentato di togliersi la vita. Nello studio di neuroimmagine finora più ampio e comprensivo del comportamento
Nei soggetti che avevano tentato il suicidio, tre regioni del cervello erano più piccole: il talamo che connette i circuiti cerebrali, il pallidum che è associato con l'elaborazione dei segnali sensoriali e delle emozioni, e il lobo parietale inferiore sinistro.
E' un importante primo passo verso lo sviluppo di strategie di prevenzione, di intervento e quindi di trattamento, più efficaci e mirate". I risultati aprono la strada allo sviluppo di nuove terapie. Trattamenti di stimolazione cerebrale sono già utilizzati per trattare la depressione, e una volta identificate le sezioni del cervello coinvolte in un più alto rischio di suicidio, si potranno stimolare quelle parti per diminuire il rischio, osserva lo studioso.
"L'educazione alla salute del cervello dovrebbe cominciare alle scuole medie. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione perché con 3 giorni di emicrania al mese aumenta l'ansia che si possa ripresentare, e con 15 giorni c'è depressione"
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