Canali Minisiti ECM

La L-Arginina riduce i tempi di ospedalizzazione ed i sintomi da Long-Covid

Farmaci Redazione DottNet | 27/10/2021 14:31

Intervista con il professor Giuseppe Fiorentino, Primario di Pneumologia dell’Ospedale Cotugno di Napoli

A novembre del 2020 l’Ospedale Cotugno di Napoli, nel reparto Covid guidato dal Professor Fiorentino – Primario del reparto di Pneumologia- aveva iniziato la supplementazione della L-Arginina nella terapia standard nei pazienti Covid ricoverati in sub-intensiva, mosso da un’intuizione e dal supporto di pubblicazioni scientifiche che avvaloravano la tesi che questa molecola svolga un ruolo fondamentale nella funzione endoteliale ed immunitaria.

"Il Covid-19 non è solo una semplice polmonite" spiega il Professor Fiorentino, "ma un’infezione multi-organo che attacca in particolare l’endotelio. Non è un caso, infatti, che i molti pazienti che abbiamo visto da novembre ad oggi ricoverati in sub-intensiva al Cotugno, soffrissero di danni all’endotelio, pur mostrando una buona saturazione, ma una bassa concentrazione di ossigeno."

La L-Arginina è un amminoacido fondamentale per la produzione di livelli adeguati di Ossido Nitrico (NO) nell'endotelio vascolare, indispensabile per la regolazione del flusso sanguigno e per la vasodilatazione. Esistono prove concrete che la disfunzione endoteliale sia uno dei principali meccanismi alla base dello sviluppo della patologia grave da COVID-19.

Tuttavia, nessuno studio clinico aveva fino ad oggi dimostrato che un intervento mirato a migliorare la funzione endoteliale potesse essere effettivamente utile a migliorare il decorso dei pazienti affetti da questa malattia.

"Sulla base delle evidenze scientifiche a supporto e degli iniziali riscontri positivi ottenuti dalla supplementazione di L-Arginina nella terapia Covid, abbiamo sentito l’esigenza di dare inizio ad uno studio clinico, che ne dimostrasse l’effettiva efficacia" – afferma Fiorentino.
"Questo studio si è posto come obiettivo primario la valutazione della riduzione del supporto respiratorio nei pazienti ricoverati in sub-intensiva e affetti da Covid severo non associato a linfocitopenia".

Lo studio, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, che nella sua analisi ad interim ha determinato l’arruolamento di 100 pazienti, ha evidenziato come già dopo 10 giorni dall’inizio della somministrazione, il trattamento con due flaconcini al giorno di Bioarginina® (ciascuno contenente 1.
66 grammi di L-arginina libera da Sali) determini una riduzione del supporto respiratorio in oltre il 70% dei pazienti trattati, con un deciso miglioramento della funzionalità respiratoria. Questo ha comportato anche una riduzione nei tempi di degenza: 25 giorni rispetto a 46 di degenza media dei pazienti in trattamento con il placebo.

"La ridotta permanenza in ospedale significa inoltre una minore esposizione ad ulteriori infezioni" – continua il Professor Fiorentino – "poiché la L-Arginina agisce sia sulla risposta immunitaria che infiammatoria." Inoltre, i benefici nel miglioramento della funzione endoteliale hanno avuto dei risvolti positivi anche nel lungo periodo, nei soggetti affetti da Long Covid. "Abbiamo notato che tra i pazienti che avevano assunto L-Arginina, anche l’astenia si era marcatamente ridotta."

La dimostrazione, sia pur preliminare visto che lo studio è ancora in corso, che due flaconcini al giorno di Bioarginina® per via orale in aggiunta alla terapia standard in pazienti ospedalizzati per COVID-19 possano migliorare sensibilmente il decorso della malattia da COVID-19 è di particolare importanza vista la penuria di trattamenti disponibili in questo tipo di pazienti e rappresenta una nuova frontiera per una gestione migliore dei pazienti COVID-19 basata su un solido razionale fisiopatologico. Lo studio condotto dall’Ospedale Cotugno di Napoli, in collaborazione con l’Università Federico II e l’Albert Einstein College of Medicine di New York City, è stato pubblicato sulla testata di libero accesso di The Lancet (EclinicalMedicine).
 

Commenti

I Correlati

L’approvazione Europea è supportata dai risultati dello studio clinico di Fase 3 SELECT GCA che ha dimostrato che i pazienti trattati con upadacitinib hanno raggiunto l’endpoint primario della remissione sostenuta e importanti endpoint secondari

Aodi: “Le linee guida dell’OMS sono essenziali, ma da sole non bastano, e soprattutto servono finalmente fatti e non certo parole da parte della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità"

Talquetamab è la prima immunoterapia per il trattamento del mieloma multiplo che abbia come target il GPRC5D (G-protein coupled receptor family C group 5 member D)

L'ospedale Santa Croce di Fano ha effettuato con successo l'impianto di un dispositivo per l'infusione sottocutanea continua di Levodopa in due pazienti affetti dalla patologia

Ti potrebbero interessare

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ultime News

Più letti