La raccomandazione arriva da uno studio pubblicato sull'European Heart Journal - Digital Health, rivista ufficiale della European Society of Cardiology
Andare a letto tra le 10 e le 11 di sera è un toccasana per il cuore: se il sonno inizia o prima o dopo, infatti, il rischio cardiovascolare sale. La raccomandazione arriva da uno studio appena pubblicato sull'European Heart Journal - Digital Health, rivista ufficiale della European Society of Cardiology (ESC). E' un ampio studio che ha coinvolto oltre 88 mila individui di età media 61 anni, le cui abitudini al sonno sono state monitorate in modo obbiettivo facendo loro indossare per diversi giorni un accelerometro per misurarne l'attività e gli orari del risveglio e dell'addormentamento.
"I risultati dello studio - dice - suggeriscono che andare a letto troppo presto o troppo tardi potrebbe destabilizzare l'orologio interno dell'organismo, con effetti avversi sulla salute cardiovascolare". Gli esperti hanno tenuto il campione sotto osservazione per quasi sei anni in media; nel periodo di follow up i ricercatori hanno registrato in 3172 individuiproblemi cardiovascolari di vario tipo (da infarto a ictus, insufficienza cardiaca etc).
Ebbene, è emerso che rispetto a coloro che andavano a dormire tra le 22 e le 22 e 59, quelli che, invece, andavano a letto a mezzanotte o più tardi presentavano un rischio cardiovascolare del 25% maggiore; mentre il rischio risultava del 24% maggiore per coloro che andavano a letto prima delle 10:00 di sera. "Il nostro studio indica che il momento migliore per andare a letto corrisponde a un tempo specifico nel nostro ciclo naturale sonno/veglia di 24 ore e che qualunque deviazione rispetto al ritmo circadiano potrebbe essere nociva per la salute. Il momento più rischioso è dopo la mezzanotte, probabilmente perché andare a letto così tardi riduce le chance di essere esposti alla luce del mattino che è importante per resettare il nostro orologio interno", ha concluso Plans.
E' una condizione non così rara: circa il 10-15% di tutti gli ictus si verifica negli adulti di età compresa tra 18 e 50 anni, con una sensibile prevalenza nel sesso femminile
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