Lo rivela un lavoro realizzato dall'Università dell'Arizona a Tucson e pubblicato sulla rivista scientifica Neurology
Le persone che svolgono attività fisiche intense, come fare jogging o praticare sport competitivi, e che lo fanno in aree con maggiore inquinamento atmosferico, possono avere meno benefici per la loro salute cerebrale rispetto a chi fa movimento in aree senza smog. A dirlo è un lavoro realizzato dall'Università dell'Arizona a Tucson e pubblicato sulla rivista scientifica Neurology.
"L'esercizio fisico fatto energicamente può aumentare l'esposizione all'inquinamento atmosferico e studi precedenti hanno già mostrato effetti negativi dell'inquinamento sul cervello", ha detto l'autrice dello studio, Melissa Furlong, ricercatrice dell'Università dell'Arizona a Tucson.
Questo non vuol dire che le persone dovrebbero evitarlo. Nel complesso, l'effetto dell'inquinamento atmosferico sulla salute del cervello è stato modesto". I ricercatori hanno scoperto che un'attività fisica energica riduce l'iperintensità della sostanza bianca nelle aree a basso inquinamento atmosferico, ma questi benefici non sono stati riscontrati tra quelli nelle aree ad alto inquinamento atmosferico.
"Sono necessarie ulteriori ricerche, ma se i nostri risultati dovessero essere replicati, le politiche pubbliche potrebbero essere utilizzate per affrontare la questione dell'esposizione delle persone all'inquinamento atmosferico durante l'esercizio fisico - ha continuato Furlong - Ad esempio, poiché una quantità significativa di inquinamento atmosferico deriva dal traffico, la promozione della corsa o della bicicletta lungo percorsi lontani dal traffico intenso può essere più vantaggiosa".
Il finanziamento per progetti di Ricerca su prevenzione e fasi precoci della malattia di Alzheimer ed uno studio basato su tecniche di arte-terapia nel trattamento di persone affette da Alzheimer o Disturbo Cognitivo Lieve
Un’indagine di IQVIA Italia, leader mondiale nei dati sanitari e farmaceutici, fotografa lo scenario attuale italiano sulla malattia del Parkinson
Concluso a Parma il XXIV Congresso Nazionale della SIRN: crescono le adesioni e la multiprofessionalità
La fase Rem carente riduce il volume di un'area del cervello
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti