In dosaggio autorizzato di 83 volte. In dose piena da 100 microgrammi di 83 volte
La dose booster del vaccino a mRna Moderna nel dosaggio da 50 µg (microgrammi) attualmente autorizzato ha aumentato i livelli di anticorpi neutralizzanti contro la variante Omicron del virus SarsCoV2 di circa 37 volte rispetto ai livelli pre-boost, e ad una dose di 100 µg ha aumentato i livelli di anticorpi neutralizzanti di circa 83 volte rispetto a livelli pre-boost. Sono i dati preliminari, annunciati dalla compagnia farmaceutica, che includono sieri di 20 riceventi il richiamo a ciascuna delle dosi considerate. La Società ha anche annunciato i dati di sicurezza e tollerabilità dello studio di Fase 2/3 per il booster 100µg.
I risultati si basano su t est di laboratorio che misurano solo la presenza degli anticorpi neutralizzanti, senza indagare sull’immunità cellulare (presenza di linfociti T e B) contro il virus.
Moderna ha testato il booster su 40 persone, 20 per ogni tipologia di dose. Prima del booster tutti i volontari avevano livelli bassi di anticorpi che possono prevenire l’infezione da Omicron. Un mese dopo il booster si è registrato un netto aumento degli anticorpi. Nel dettaglio la mezza dose ha aumentato i titoli anticorpali neutralizzanti contro Omicron a 850, vale a dire 37 volte superiori ai livelli pre-boost. Con la dose intera i titoli anticorpali neutralizzanti contro Omicron sono saliti a 2228, che è circa 83 volte superiore ai livelli pre-boost.
Sulla base dei risultati emersi, si legge in una nota, vista la «forza dei titoli di anticorpi neutralizzanti generati dal vaccino» attuale «mRNA-1273» e visto «il rapido ritmo di espansione di Omicron e la maggiore complessità della distribuzione di un nuovo vaccino, la società concentrerà i suoi sforzi a breve termine sul booster mRna-1273 per affrontare» il nuovo mutante.
Dato la minaccia a lungo termine dimostrata dalla fuga immunitaria di Omicron, Moderna continuerà comunque anche a sviluppare un vaccino specifico contro la variante per Omicron che si prevede sia pronto per i test clinici all’inizio del 2022 e valuterà l’inclusione di Omicron nel suo programma di richiamo multivalente.
Anche Pfizer ha dichiarato la settimana scorsa che la terza dose (30 microgrammi) indica un aumento del livelli di anticorpi di 25 volte rispetto a quelli individuati tre settimane dopo la seconda dose . La capacità di neutralizzare Omicron si mantiene elevata, sebbene più bassa rispetto a Delta. I dati preliminari che arrivano dal Regno Unito hanno mostrato circa il 70% di efficacia del vaccino Pfizer dopo la terza dose e circa il 20%-40% dopo la seconda dose.
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