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Plasma e nuove terapie: esperti a confronto sul futuro del biofarmaceutico

Farmaci Redazione DottNet | 11/06/2025 15:20

Durante l'incontro è stato evidenziato anche il potenziale trasformativo delle tecnologie digitali e dell'intelligenza artificiale, strumenti sempre più centrali per rendere i modelli di cura più personalizzati

L'accesso tempestivo alle terapie, il ruolo chiave dei plasmaderivati, l'impatto della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale nei modelli di cura, la costruzione di partnership efficaci e le nuove frontiere della ricerca nelle malattie rare e ultra-rare. Sono i contenitori dell'evento 'Science meets Humanity. Il futuro del biofarmaceutico tra plasma e nuove terapie', che si è svolto martedì pomeriggio presso il Talent Garden di Milano. Promossa da Kedrion Biopharma, azienda specializzata nella produzione di farmaci plasmaderivati per malattie gravi, rare e ultra-rare, con il patrocinio gratuito della Sif, Società italiana di farmacologia, e come partner tecnico Rud Pedersen - Public Affairs, l'iniziativa ha riunito rappresentanti delle istituzioni, della comunità scientifica e accademica, e delle associazioni di pazienti per favorire un confronto aperto e concreto sulle principali opportunità e sfide rappresentate da una filiera complessa come quella biofarmaceutica, a fronte del crescente impiego di sostanze di origine umana, tra cui il plasma.

Dopo i saluti istituzionali a cura di Emanuele Monti, presidente IX Commissione permanente del Consiglio regionale della Lombardia, e Lisa Noja, consigliere regionale, ha aperto i lavori Ugo Di Francesco, Ceo di Kedrion Biopharma.

Due le tavole rotonde dedicate ai temi cruciali per il comparto. Nella prima si è trattato di 'Biofarmaci e plasmaderivati: la strada per un accesso equo all'innovazione', nella seconda di 'Malattie rare e ultra-rare: quale partnership tra imprese, istituzioni e pazienti'. Durante l'incontro - informa una nota - è stato evidenziato anche il potenziale trasformativo delle tecnologie digitali e dell'intelligenza artificiale, strumenti sempre più centrali per rendere i modelli di cura più personalizzati, efficienti e sostenibili. Inoltre, è stata sottolineata l'importanza di rafforzare la collaborazione tra mondo scientifico e istituzioni, per garantire un accesso tempestivo e duraturo alle terapie, contribuendo così a un sistema salute più inclusivo e orientato al futuro. "Viviamo un'epoca di straordinarie innovazioni scientifiche - ha osservato Di Francesco - ma anche di crescenti incertezze: instabilità geopolitica, conflitti, tensioni economiche globali. In questo scenario il settore biofarmaceutico ha un ruolo strategico, non solo per il valore economico che genera, ma soprattutto per la sua missione: rispondere a bisogni medici ancora insoddisfatti.

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Le sostanze di origine umana, come il plasma, sono sempre più centrali nello sviluppo di terapie salvavita". Come ha evidenziato Gianni Sava, direttore di 'Sif Magazine' e già professore ordinario di Farmacologia all'Università di Trieste, "l'impegno per lo sviluppo di nuovi farmaci derivati dal plasma nel campo delle malattie rare è di primaria importanza per affrontare le sfide legate a questo gruppo di patologie e garantire ai pazienti le migliori opportunità di cura. Nonostante i progressi nella ricerca, molti pazienti devono ancora affrontare difficoltà nell'ottenere diagnosi tempestive e trattamenti adeguati. Questa giornata è stata l'occasione per ribadire il pieno sostegno della Sif nel promuovere il dialogo tra istituzioni, aziende farmaceutiche e comunità scientifica per accelerare la disponibilità di nuove terapie".   Le malattie rare note "sono circa 10mila e, a oggi, meno di un centinaio dispongono di terapie specifiche - ha spiegato Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttore Osservatorio malattie rare - C'è quindi ancora molto da fare nel campo della ricerca. Tra le terapie disponibili, non poche sono basate su derivati del plasma e sono molti anche i pazienti che hanno bisogno di regolari trasfusioni di sangue. E' quindi evidente come per la comunità delle persone con malattia rara il sangue e il plasma siano un cardine nelle terapie. Occorre dunque da subito che le istituzioni nazionali e regionali, così come la comunità medica e le associazioni pazienti intensifichino il proprio sforzo nell'incentivare la pratica della donazione".

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