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Anche nelle parafarmacie il prezzo dele mascherine FFP2 è di 0,75 euro

Farmaci Redazione DottNet | 09/01/2022 15:41

L'annuncio dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane e la Federazione Nazionale Parafarmacie

Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane e la Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane hanno annunciato che proporranno alle parafarmacie italiane di vendere le mascherine Ffp2 a prezzo calmierato (0,75 euro) anche senza accordo.  “Le parafarmacie italiane e i farmacisti che vi lavorano – scrivono in un comunicato congiunto le tre associazioni - sono una risorsa per l'intero sistema sanitario italiano, sin dall'inizio della pandemia e a maggior ragione oggi, rappresentano uno strumento importante nella lotta al virus”.
 
“Nonostante tutto il lavoro fatto dai farmacisti che vi operano in questi due anni – proseguono - il Ministro della Salute e il Gen.

Figliuolo hanno ritenuto di ignorarle e di non dover stringere alcun accordo con le organizzazioni più rappresentative delle parafarmacie italiane sul prezzo delle mascherine FFP2, come invece era accaduto in occasione delle mascherine chirurgiche”.  “Ultimo episodio – secondo le tre associazioni - di una serie di "distrazioni" che non agevola certo il lavoro di chi tutti i giorni cerca di aiutare i cittadini a fronteggiare Covid19 e le sue varianti”.
 “Continuiamo a ritenere che entrambi, ovvero il Ministro Speranza e il Gen. Figliuolo, siano male consigliati da "abili" speculatori corporativi”, sottolineano ancora aggiungendo che “tuttavia, consapevoli del nostro ruolo nella società italiana e fermi nella volontà di continuare a dare il nostro contributo alla popolazione, decidiamo di consigliare alle parafarmacie italiane, su base volontaria, di praticare il prezzo calmierato di 0,75 euro per ogni mascherina FFP2”.
 
Questa decisione responsabile è in continuità con la volontà già espressa, di essere parte attiva nella lotta alla pandemia, più di quanto ci sia stato permesso finora. Lo avremmo voluto essere anche in altre occasioni, vedi esecuzione dei tamponi, ma interessi corporativi imperanti anche durante questa grave fase della diffusione del virus, ce lo ha impedito. Siamo una risorsa per la sanità, è giusto che i cittadini lo sappiano”, concludono le tre associazioni.
 

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