"Sono riconvertiti in reparti Covid, gli anestesisti vengono spostati nelle terapie intensive: ciò si ripercuote su chi doveva fare un intervento, o curare uno scompenso cardiaco. In questo mdo viene compromessa l'assistenza a tutti gli italiani"
"Non abbiamo bisogno di sconti sui numeri, ma di interventi per ridurre la pressione sugli ospedali. Servono interventi di carattere restrittivo per raffreddare la curva e allentare la pressione sugli ospedali. Pensiamo a chiusure selettive". Così il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli, a Tgcom24. "Avevamo proposto un ritardo nella ripresa della scuola, recuperando a giugno. Quella sugli stadi è una decisione apprezzata. Si potrebbe intervenire - ha proposto - con limitazioni temporanee degli spettatori per gli spettacoli e poi riprendere normalmente le attività da febbraio in poi".
Tutto questo, ha rilevato Anelli, "per avere meno pressione sugli ospedali e meno riduzione delle prestazioni".
E, in merito alla carenza dell'antibiotico azitromicina, ha spiegato: "Spero innanzitutto che sia dispensata sempre dietro ricetta medica. La storia nasce nel marzo 2020, quando non sapevamo quasi nulla del Covid, ci trovavamo di fronte a polmoniti sconosciute e si associava alle cure anche l'azitromicina. Poi sappiamo tutti che gli antibiotici non funzionano sui virus, sono prescritti per gestire le complicanze di natura batterica. Bene fa l'Aifa a ribadirne l'inutilità e la necessità di usarli solo in casi particolari e solo dietro prescrizione medica".
Si tratta dell'oncologa 33enne Martina Pagliuca. E’ dirigente medico presso l’Uoc di Senologia dell’Istituto dei tumori di Napoli, in forza nel team del prof Michelino De Laurentiis
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Il nuovo orizzonte della tecnologia sanitaria è la diffusione dei Clinical Decision Support System (CDSS): software che aiutano il medico a scegliere, aumentando tempestività e appropriatezza dell’assistenza
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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