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Casse di previdenza nel nuovo scenario economico

Previdenza Redazione DottNet | 17/01/2022 14:36

Dietro l'angolo le conseguenza dell'aumento dell'inflazione

Un rapporto tormentato, quello fra Casse di Previdenza dei liberi professionisti e Fisco, con molte più ombre che luci, e senza un pieno riconoscimento del ruolo svolto da queste realtà a servizio delle categorie ed in ultima analisi della collettività. Su questo complesso argomento si è soffermato il Prof. Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, in un recente convegno.

L’attuale fiscalità sui rendimenti degli investitori istituzionali, vede un prelievo sui Fondi pensione pari al 20% a cadenza annuale, con meccanismi di riduzione della trattenuta sulle prestazioni finali erogate agli aderenti; le Casse di Previdenza, invece, caso unico a livello europeo, sono tassate due volte: sui rendimenti scontano un’aliquota di prelievo pari al 26% annuo, mentre le prestazioni liquidate agli iscritti vengono tassate secondo gli scaglioni Irpef, senza alcuna esenzione.

Un regime che fa dimagrire le rendite dei professionisti in quiescenza, mortificando i lusinghieri risultati raggiunti dagli amministratori delle loro Casse di riferimento. 

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Vi sono, è vero, alcune agevolazioni sul piano degli investimenti. Le Casse di Previdenza ed i Fondi Pensione godono infatti di una piena esenzione fiscale per i redditi finanziari derivanti dagli investimenti cosiddetti qualificati (PIR e PIR alternativo) entro il limite del 10 per cento dell’attivo patrimoniale. Lo scopo dello Stato è palese: dirottare una parte delle ingenti risorse a disposizione delle Casse a favore delle imprese domestiche, per dare nuovo slancio all’economia nazionale, ma, visto l’andamento altalenante dei PIR (fondi di investimento per il finanziamento di piccole e medie imprese), è lecito domandarsi, nell’interesse dei professionisti tutelati, se si tratta di una scelta politica corretta.  Il Prof. Brambilla sottolinea che per l’Italia nel prossimo futuro ci sono tre elementi che andranno tenuti in grande considerazione dal mondo delle Casse di Previdenza, come l’Enpam. 

Il primo è senza dubbio la ripresa dell’inflazione, che in Italia a fine ottobre ha toccato il massimo degli ultimi otto anni con il 2,9%, mentre negli Stati Uniti è prossima al 6,2%. Questo fenomeno (secondo aspetto) comporta che la Banca Centrale Europea, raggiunto l’obiettivo di un’inflazione prossima al 2%, probabilmente ridurrà l’acquisto di obbligazioni degli stati aderenti effettuato finora per sostenerne l’economia. Il terzo aspetto è il ripristino del patto di stabilità. Esso, disattivato per il Covid fino alla fine del 2022, verrà probabilmente riattivato già nel 2023, ma già nel 2022, pur non essendo previsti obiettivi numerici, verranno applicati obiettivi qualitativi che prevedono una crescita limitata della spesa corrente per gli Stati membri dell’UE con un debito elevato. Tra i vigilati speciali Italia, Grecia e Cipro. 

Per l’Italia questi tre fattori sono molto pericolosi per l’elevato debito pubblico, il cui costo, con un aumento dell’inflazione, è destinato ad aumentare, mentre l’ombrello di protezione europeo è destinato a ridursi. Anche la società cambia e va sempre più verso la consapevolezza di investimenti che siano rispettosi dell’ambiente, del sociale (inteso come l’insieme delle persone) e anche in termini di governance nazionali ed economiche). Per le Casse di Previdenza si aprono dunque nuovi scenari e nuove prospettive per contribuire alla ripresa, con riguardo alla sostenibilità ed al rispetto dell’ambiente, l’efficientamento energetico ed il sostegno alle piccole e medie imprese italiane. In questo ambito si va a collocare anche la recente dichiarazione di intenti assunta dal Consiglio di Amministrazione dell’Enpam. 

Oltre alla finanza alternativa, che potrà giocare un ruolo importante all’interno del giardinetto di investimenti delle Casse, producendo diversificazione, decorrelazione con i mercati tradizionali e maggiori rendimenti attesi, ci sono altri tre temi fondamentali, secondo Brambilla, che sono le direttrici su cui gli Enti come l’Enpam dovranno dirigere risorse ed obiettivi: 

    • la transizione demografica, l’invecchiamento, la non autosufficienza, temi cruciali sia sociali che economici, su cui peraltro Enpam sta già lavorando da tempo, ad esempio con una polizza per la long term care già attiva da quasi sei anni;
    • la sostenibilità ambientale, sociale e di governo, cioè investimenti responsabili che aiutino l’economia reale nella transizione verso una maggiore sostenibilità che deve caratterizzare l’evoluzione civile e sociale della nostra civiltà;
    • la Silver Economy, la grande economia che trasforma l’invecchiamento della società da problema a risorsa e opportunità. Ed anche in questo ambito, Enpam è in prima linea con i suoi importanti investimenti nelle RSA di ultima generazione.

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