Canali Minisiti ECM

Molecole di Rna non codificanti risvegliano le difese immunitarie contro i tumori

Oncologia Redazione DottNet | 19/01/2022 12:02

Studio italiano: le molecole sono fondamentali per l’attivazione e la funzionalità delle cellule immunitarie, in particolare dei linfociti T CD4+

Scoperti nuovi 'interruttori' molecolari per risvegliare le sentinelle del sistema immunitario contro i tumori: sono le molecole di Rna non codificanti derivate da quello che un tempo veniva erroneamente definito come 'Dna spazzatura'.  La scoperta, che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci immunoterapici, è pubblicata su Nature Genetics dal gruppo di ricerca coordinato da Beatrice Bodega e Sergio Abrignani, entrambi dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare 'Romeo ed Enrica Invernizzi'.

Lo studio è stato realizzato in collaborazione con l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e l’Humanitas University di Milano, il CheckmAb spin-off della Statale di Milano, il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, il Policlinico di Milano e l’ospedale San Giuseppe MultiMedica IRCCS di Milano, grazie ai finanziamenti di Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB), Fondazione Cariplo e Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro).

La ricerca, condotta su cellule di donatori sani e su tessuti tumorali isolati da pazienti, dimostra che molecole di Rna non codificanti (considerate senza valore fino a poco tempo fa) sono in realtà fondamentali per l’attivazione e la funzionalità delle cellule immunitarie, in particolare dei linfociti T CD4+.

pubblicità

Questi Rna derivano da sequenze altamente ripetute nel nostro Dna (le sequenze Line1) che hanno colonizzato il genoma umano, contribuendo alla sua evoluzione. In particolare, lo studio evidenzia che gli Rna di Line1 si accumulano nei linfociti T CD4+ immaturi, mentre diminuiscono drasticamente quando queste cellule si attivano. A sorpresa, i linfociti CD4+ che infiltrano i tumori riaccumulano gli Rna di Line1: silenziando questi Rna in laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che i linfociti T riacquisiscono la capacità di eliminare le cellule malate. “Riteniamo di aver identificato un potenziale nuovo bersaglio terapeutico da combinare alle immunoterapie odierne”, spiegano Bodega e Abrignani. “L’obiettivo futuro è la creazione di una startup che possa sviluppare nuove terapie per risvegliare il sistema immunitario silente nel microambiente intratumorale, in modo che i linfociti T possano nuovamente riconoscere e distruggere le cellule neoplastiche”.

Commenti

I Correlati

Al primo posto il fumo seguito da infezioni, alcol e sovrappeso

L'Oms classifica nuovi virus come cancerogeni

Oncologia | Redazione DottNet | 27/06/2025 20:49

Confermato virus epatite D, Citomegalovirus sotto osservazione

Chirurgia robotica, protoni, ioni carbonio, intelligenza artificiale: tecnologie di frontiera che promettono di cambiare il destino dei pazienti colpiti da tumori rari. A guidare questa rivoluzione è l’INT di Milano

Per i pazienti con forma ormonosensibile metastatica

Ti potrebbero interessare

Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia

Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti

Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica

I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib

Ultime News

Più letti