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Il microbiota e l'asse intestino-polmoni nella Covid-19

Disbiosi Redazione DottNet | 27/11/2023 14:49

Gasbarrini: Covid, agendo per il tramite del microbiota sull’asse intestino polmoni, è come se avesse la capacità di risvegliare il ventaglio di disturbi che possono aver riguardato in passato l’organismo di chi dal Covid sia stato colpito

C’è "una strada maestra ma ancora inesplorata nella comunicazione che riguarda la Covid-19 ed è quella che chiama in causa il ruolo strategico del microbiota intestinale nella comparsa ed intensità della malattia da nuovo coronavirus". Così l’immunologo Mauro Minelli (nella foto) responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata. Tra gli esperti c'erano Mauro Minelli, Giovanni Gasbarrini, professore emerito di Medicina Interna all’Università Cattolica di Roma e Silvia Turroni, docente di Farmacia e Biotecnologie nell’Università di Bologna

"Tutti sanno ormai che uno dei primi sintomi del Covid è la diarrea - spiega Gasbarrini - e che la patologia polmonare non è l’unico esito della malattia. Pertanto ne deduciamo che Covid, agendo per il tramite del microbiota sull’asse intestino polmoni, è come se avesse la capacità di risvegliare il ventaglio di disturbi che possono aver riguardato in passato l’organismo di chi dal Covid sia stato colpito, così riaccendendo problemi che possono andare dall’ambito intestinale a quello cardiovascolare. Dunque, non polmoniti e basta, ma patologia sistemica che interessa diversi distretti."

"Il recente studio condotto in Giappone che indaga il ruolo del genere batterico collinsella capace, secondo i ricercatori giapponesi, di mitigare gli effetti più gravi della malattia Covid-19 - ha spiegato Turroni - Gli autori dello studio hanno confrontato i tassi di mortalità tra Paesi asiatici e Paesi occidentali verificando che in quei Paesi dove nella flora batterica dell’organismo umano è presente una percentuale più elevata di collinsella, covid ha colpito di meno". Secondo la Turroni "le capacità del microrganismo in questione vanno sempre valutate in rapporto all’azione dei network che si vengono a creare a livello gastrointestinale, perché i batteri non agiscono mai da soli. In realtà - chiude la ricercatrice bolognese - lo studio non chiarisce questo punto, ma ribadisce solo un dato già ampiamente conosciuto e cioè che collinsella è uno dei primi biomarcatori delle disbiosi intestinali alla base dell’obesitá e delle alterazioni metaboliche, che sappiamo essere complici della forma più grave di Covid."

"Da ciò che abbiamo sentito possiamo dedurre - afferma Minelli nel suo intervento finale - che è necessario correggere le eventuali alterazioni del microbiota intestinale realizzando terapie specifiche che oggi possono e devono essere personalizzate. Smettiamola di somministrare indiscriminatamente fermenti lattici generici, perché non è un’indicazione scientificamente corretta. Gli strumenti di cui oggi disponiamo ci permettono di intervenire con terapie precise per regolare e modulare la flora intestinale, attraverso percorsi ben organizzati e rigorosamente personalizzati in grado di difenderci da varie aggressioni esterne, tra le quali anche la malattia da nuovo coronavirus".

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