Dallo studio è emerso che 50 pazienti (32,8%) presentavano anosmia, 25 (16,4%) iposmia, 10 (6,6%) parosmia/cacosmia e 58 pazienti (38,2%) una combinazione di iposmia e parosmia
Le alterazioni funzionali dell’olfatto rappresentano una delle manifestazioni sintomatologiche più comuni della sindrome da Long-Covid, una percentuale tra il 20% ed il 25% di questi pazienti lamenta disturbi dell’olfatto anche dopo un anno dall’infezione da Sars-CoV-2. Ma non solo il 50% dei pazienti ha manifestato cefalea e il 56.7% confusione mentale. Il Long Covid è stato studiato su 152 pazienti, i cui dati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Brain Sciences”.
Lo studio, coordinato dalla Arianna Di Stadio, Professore Associato di Otorinolaringoiatria presso l’Università di Catania e firmato da esperti internazionali quali Michael J. Brenner, Professore Associato di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Testa-Collo presso l’Università del Michigan e Evanthia Bernitsas, Professore Associato di Otorinolaringoiatria e Direttrice del Centro per la sclerosi multipla della Wayne State University di Detroit, ha visto in prima linea Angelo Camaioni, Direttore del Dipartimento Testa-Collo e della Uoc Otorinolaringoiatria dell’Ao San Giovanni-Addolorata, coadiuvato da Pietro De Luca, Medico in Formazione Specialistica in Otorinolaringoiatria.
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