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Univaq, TwistedNano per ridurre gli effetti avversi dei farmaci

Farmaci Redazione DottNet | 24/03/2022 13:53

Progetto da 4 mln euro: uso delle nanotecnologie per valutare la tossicità

Valutare la tossicità potenziale di farmaci, così come prevenirne gli effetti collaterali con una tecnologia innovativa volta a misurare piccole quantità di farmaci chirali, ossia controllare l'orientamento spaziale degli atomi che lo compongono, andando ad eliminare le forme di quello stesso farmaco che producono effetti avversi legati ad una configurazione indesiderata.  Questo, uno degli obiettivo del progetto TwistedNano, finanziato dall'Unione Europea che vedrà l'Università dell'Aquila capofila e, tra i soggetti partner, l'Istituto italiano di tecnologia, il Max Planck Institute e Dompé Farmaceutici.

 Il budget è di 4 milioni di euro.  Il presupposto teorico di base parte dalla considerazione che i composti chimici sono fatti per lo più di molecole chirali.  Molecole uguali per formula chimica e struttura ma che sono speculari, quindi orientate in maniere diversa nello spazio. E questo può provocare diversi effetti biologici. Un noto esempio, citato dal rettore dell'ateneo, Edoardo Alesse, è la talidomide, farmaco commercializzato negli anni '50 e '60 per alleviare le nausee mattutine delle donne incinte.

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Provocò, in alcuni casi gravi malformazioni nei bambini. Di qui, l'intervento delle nanotecnologie per sviluppare "dispositivi che siano in grado di utilizzare la luce per misurare al nanolitro i componenti del singolo farmaco. "Allo stato attuale - ha spiegato il professor Andrea Marini - le industrie farmaceutiche effettuano misurazioni sfruttando la cromatografia liquida". "Il nostro ruolo principale all'interno del progetto - ha riferito Domenico Bonanni di Dompè - sarà quello di fornire dei campioni per la validazione sperimentale delle tecnologie che saranno sviluppate all'interno del progetto, oltre alla base teorica. Tutti i campioni oggetto di studi vengono valutati sia in vitro sia in vivo per arrivare ai trial clinici. Si usano dei dispositivi della grandezza di un chip per riprodurre l'ambiente cellulare della vita di un organo e questo aspetto rappresenta un ruolo importante per valutare le interazioni dello stesso farmaco in ambienti diversi".

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