Il farmaco della Bavarian Nordic è l'unico esplicitamente approvato per il vaiolo delle scimmie. Quello della Emergent ha gravi effetti collaterali
I ricercatori dello Spallanzani hanno "completato la prima fase dell'analisi della sequenza del DNA del Monkeypox virus dei primi tre casi italiani". I campioni risultati postivi - rende noto l'Istituto- "sono stati sequenziati per il gene dell'emoagglutinina (HA), che consente l'analisi filogenetica". I campioni sono tutti risultati affini al ceppo dell'Africa Occidentale "con una similarità del 100% con i virus isolati in Portogallo e Germania". "Potremmo essere anche in Italia di fronte a un virus "paneuropeo", correlato con i focolai in vari paesi europei, in particolare quello delle Isole Canarie", sottolinea l'Istituto. Intanto sono saliti a 5 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia.
Il vaiolo nel passato è stato un grave flagello capace di uccidere il 30% delle persone infette ma grazie a una capillare campagna vaccinale negli anni '60 e '70 è stato eradicato, di fatto è l'unico patogeno finora completamente eliminato se si escludono alcuni campioni conservati in laboratorio a fini di studio. La drastica riduzione dei casi a inizio anni '70 aveva portato gradualmente alla riduzione della somministrazione dei vaccini in quanto gli effetti collaterali del trattamento (con circa un decesso per ogni milione di vaccinati) avevano oramai superato i potenziali benefici. Da allora la produzione si è praticamente fermata e ad oggi sono solamente due i vaccini antivaiolo disponibili, capaci di proteggere anche dal vaiolo delle scimmie. Quello dell'americana Emergent BioSolutions che è considerato simile al vaccino utilizzato durante la campagna di eradicazione e può ancora causare reazioni gravi e persino la morte nelle persone che hanno un sistema immunitario compromesso. L'altro, dal nordico bavarese, utilizza una forma non replicante di Vaccinia (un virus molto simile a quello del vaiolo), specificamente progettata per causare meno effetti collaterali. Quest'ultimo, precisa l'articolo su Science, è l'unico vaccino esplicitamente approvato per il vaiolo delle scimmie. I due vaccini sono in grado di prevenire la malattia anche se usati fino a 4 giorni dall'esposizione al virus e potrebbero quindi essere usati per proteggere i soggetti entrati a contatto con infetti ma, nonostante siano disponibili, al momento in nessun paese i due vaccini vengono attualmente prescritti. Finora nessun paese ha annunciato l'intenzione di usare questi vaccini e le scorte di entrambi sono al momento basse.
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