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Svezia: scoperto un nuovo coronavirus tra i roditori

Infettivologia Redazione DottNet | 06/06/2022 19:26

I ricercatori guidati dall’Università svedese di Uppsala invitano a rafforzare la sorveglianza dei virus portati dalla fauna selvatica, in particolare da quegli animali che vivono più a stretto contatto con l’uomo

In Svezia è stato scoperto un nuovo Coronavirus diffuso tra una specie di roditori molto comune in tutta Europa, le arvicole rossastre (Myodes glareolus). Chiamato virus di Grimsö, dal nome della località a ovest di Stoccolma nella quale è stato trovato, non si conosce ancora l’eventuale pericolosità per gli esseri umani, ma i ricercatori guidati dall’Università svedese di Uppsala invitano a rafforzare la sorveglianza dei virus portati dalla fauna selvatica, in particolare da quegli animali che vivono più a stretto contatto con l’uomo.

I risultati dello studio sono stati pubblicati  sulla rivista Viruses. Le arvicole sono tra i roditori più comuni in Europa e i loro percorsi si incrociano spesso con quelli della nostra specie. Inoltre, sono noti portatori del virus Puumala, che causa una febbre emorragica nota come nefropatia epidemica negli esseri umani. Quando cercano rifugio da condizioni meteorologiche avverse, le arvicole spesso lo trovano negli edifici costruiti dall’uomo e questo potrebbe aumentare il rischio di contatti ravvicinati e del passaggio di malattie da questi animali agli esseri umani.
  I ricercatori guidati da Anishia Wasberg, tra 2015 e 2017, hanno esaminato 450 arvicole rossastre provenienti dalla località di Grimsö, facendo anche test per i Coronavirus: il 3,4% del campione ospitava un nuovo Betacoronavirus, tipologia alla quale appartiene anche Sars-CoV-2 e che circola spesso in roditori e pipistrelli. Nel corso dei tre anni, inoltre, gli autori dello studio hanno scoperto diversi ceppi virali del virus di Grimsö e altri coronavirus strettamente correlati sono stati trovati tra le arvicole di altre parti d’Europa, come Francia, Germania e Polonia. Ciò suggerisce che queste creature sono serbatoi naturali per la malattia e che il virus si adatta facilmente a nuovi habitat.

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