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Dal Ministero il primo allarme Covid: più posti letto in area medica e allerta per i servizi territoriali

Sanità pubblica Redazione DottNet | 07/07/2022 17:36

La richiesta è contenuta in una circolare appena emanata: occorre prepararsi a fronteggiare un incremento della domanda di assistenza sanitaria sia a livello ospedaliero che territoriale. Ema: Secondo booster per over 60 se casi aumentano

Scatta l'allarme per l'incremento dei casi di Covid in Italia. L'andamento dell'epidemia preoccupa le autorità sanitarie, tanto che con una circolare (clicca qui per scaricare il documento completo) diramata ieri il Ministero della Salute ha invitato le Regioni ad attivare da subito “le misure organizzative necessarie per fronteggiare nelle prossime settimane un incremento della domanda di assistenza sanitaria sia a livello ospedaliero che territoriale, garantendo l’adeguato ampliamento dei posti letto di Area Medica e di Terapia Intensiva dedicati al Covid, da modulare in base alle necessità contingenti, e la corretta e tempestiva presa in carico dei pazienti affetti da malattia da Sars-CoV-2 in relazione alle specifiche necessità assistenziali, con particolare riferimento alle categorie più fragili”.

La decisione arriva dopo la constatazione che, si legge nella circolare, “nonostante il periodo estivo, si conferma sul territorio nazionale una fase epidemica caratterizzata da un forte aumento dell’incidenza, in constante crescita già da 4 settimane e che ha raggiunto i 586 casi/100.000 abitanti. Aumentano anche i tassi di occupazione dei posti letto in area medica (9,2%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 22%) e di terapia intensiva (2,5%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 13,6%).

Sono, in effetti, numeri importanti quelli toccati dal Covid nelle ultime settimane in Italia. L'avanzata di Omicron 5 non è solo nei dati diffusi nel bollettino quotidiano del Coronavirus: i contagi reali sarebbero molti di più. Forse il triplo, comunque cento volte superiori rispetto allo scorso anno. Preoccupa l'aumento dei ricoverati, più incisivo quello nei reparti ordinari, maggiormente graduale nelle terapie intensive. E se l'Agenas lancia l'allarme sui pronto soccorso che "esplodono", il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri assicura che non sono previste nuove restrizioni. Sileri rinnova l'appello (che non è un obbligo) all'utilizzo delle mascherine Ffp2, mentre la Fondazione Gimbe chiede di adoperare il dispositivo di protezione per "evitare il lockdown dei servizi". Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza la situazione è "diversa" rispetto alle altre ondata, ma bisogna tenere "alta l'attenzione".  Il mantra del governo è: fare la quarta dose ai fragili subito, senza aspettare. Intanto, nelle prossime settimane, in vista della prevedibile crescita di domanda di servizi ospedalieri e territoriali dovuta al Covid, il ministero della Salute chiede alle Regioni di potenziare gli ospedali. Anche aumentando i posti letto dedicati, recita la circolare inviata oggi ai governatori. 

Insomma la situazione sta peggiorando e il ministero ricorda che sono otto le Regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto) classificate a rischio “Alto di una epidemia non controllata non gestibile per la presenza di molteplici allerte di resilienza”.

Tra queste, tre Regioni (Emilia-Romagna, Puglia, Veneto) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3 e cinque Regioni (Lazio, Liguria, Marche, Toscana, Umbria) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2 (Tabella 1).

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Due Regioni (Umbria e Marche) sono indicate, per la seconda settimana consecutiva, ad alta probabilità di progressione per una probabilità maggiore del 50% di superare la soglia di allerta ai sensi del DM Salute 30 aprile 2020 nel tasso di occupazione in area medica nell’arco del prossimo mese, qualora fosse mantenuta l’attuale trasmissibilità.

Le rimanenti 13 Regioni/PA sono classificate invece a rischio “Moderato” (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, FVG, Lombardia, Molise, Piemonte, PA Bolzano/Bozen, PA Trento, Sardegna, Sicilia, V.d'Aosta/V.d'Aoste) a causa di un trend in aumento dei casi.

Tra queste, cinque Regioni/PA (Campania, FVG, Lombardia, Piemonte, PA Trento) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3, quattro Regioni (Abruzzo, PA Bolzano/Bozen, Sardegna, Sicilia) presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2, tutte le altre Regioni/PA a rischio moderato presentano una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 1.

Tre Regioni (Calabria, FVG, Sicilia) sono indicate ad alta probabilità di progressione per una probabilità maggiore del 50% di superare la soglia di allerta ai sensi del DM Salute 30 aprile 2020 nel tasso di occupazione in area medica nell’arco del prossimo mese, qualora fosse mantenuta l’attuale trasmissibilità.



“In questa fase – si legge nel report della Cabina di regia allegato alla circolare ministeriale -  si ribadisce la necessità di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento”. “L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a mitigare l’impatto clinico dell’epidemia”, ribadisce ancora la Cabina di Regia.

"Anche le persone tra i 60 e i 79 anni e le persone vulnerabili dal punto di vista medico di qualsiasi età dovrebbero ricevere una seconda dose booster" di vaccino contro il Covid se i tassi di infezione aumentano", ha detto Marco Cavaleri, responsabile della strategia per i vaccini dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema). La raccomandazione di aprile per le persone con più di 80 anni, ha aggiunto, "resta valida: dovrebbero ricevere un secondo vaccino di richiamo".

"A seconda dei dati che riceviamo - ha detto ancora - potremmo essere in grado di muoverci verso un quadro simile ai vaccini per l'influenza, che non richiede la presentazione dei dati clinici prima dell'approvazione dell'aggiornamento annuale. Le discussioni tra gli esperti sono in corso". Lo ha detto il responsabile della strategia per i vaccini dell'Ema, Marco Cavaleri. "Avremo bisogno di una evidenza reale per comprendere l'impatto che l'aggiornamento dei vaccini ha sulla protezione delle persone dal contagio e dall'evoluzione grave della malattia in autunno e in inverno, e quanto tempo potrebbe durare" la copertura, ha spiegato. "Stiamo assistendo a una nuova ondata di casi Covid19 in molti paesi in Ue poiché le varianti Omicron BA.4 e BA.5 sono altamente trasmissibili". 

Europa occidentale tutta in rosso scuro intanto nella nuova mappa Covid del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Nelle cartografie dell'Ecdc agli Stati Ue sono assegnati colori tramite un indicatore basato sull'incidenza di nuovi casi a 14 giorni e l'adozione del vaccino nella regione. Solo la Vallonia (Belgio), parte dell'Irlanda, della Slovenia e della Croazia sono in un rosso più chiaro. I dati forniti dalla Germania sono insufficienti, in Olanda e nei Paesi dell'Ue orientale il tasso di test è troppo basso per poter essere preso in considerazione.


 

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