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Campania all’avanguardia nelle terapie con CAR-T

Oncologia Redazione DottNet | 20/12/2022 21:11

Federico II e al Santobono Pausilipon saranno centri di riferimento per tutto il Sud

La Campania si candida ad essere la regione di riferimento per tutti i pazienti del Sud Italia che hanno bisogno di terapie innovative tramite la somministrazione di CAR-T per affrontare tumori del sangue altrimenti letali. Grazie Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e all’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono Pausilipon, la Campania è infatti all’avanguardia sulla tecnologia che consente di "ingegnerizzare" i linfociti T così da aiutarli a combattere le malattie oncologiche e oncoematologiche. Il primato della Campania emerge da un rendez vous di esperti tenutosi proprio a Napoli in occasione del lancio della campagna informativa CAR-T - Destinazione futuro, promossa da AIL - Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma e realizzata con il supporto non condizionante di Bristol Myers Squibb, Janssen e Novartis. A chiarire cosa sono le CAR-T e come funziona questa tecnologia è Fabrizio Pane, professore ordinario di Ematologia, direttore U.O. di Ematologia e Trapianti di Cellule Staminali alla Federico II di Napoli (clicca qui per la videointervista) «Questa terapia innovativa in campo onco-ematologico permette di offrire una possibilità di cura a pazienti con linfomi non Hodgkin o con leucemie linfoblastiche che sono andati incontro a ricaduta dopo una o più terapie convenzionali».

Il professore chiarisce che la terapia è basata sui linfociti T, un particolare tipo di globuli bianchi responsabili della difesa del nostro organismo dalle malattie (sono considerati i "soldati" del nostro sistema immunitari). Nei pazienti con questo tipo di tumori del sangue però, i linfociti non sono in grado di garantire la propria capacità di difesa immunitaria. «Il meccanismo d’azione delle CAR-T si basa su un concetto semplice e rivoluzionario al tempo stesso: combattere i tumori come se fossero un agente estraneo al corpo, una sorta di infezione, "modificando" le cellule linfocitarie del sistema immunitario del paziente in modo da risvegliare la risposta immunitaria e attivarla per riconoscere le cellule maligne e ucciderle. Le CAR-T possono contrastare alcuni meccanismi di evasione tumorale, permettendo al sistema immunitario di individuare il tumore». 

Carta vincente del sistema campano è anche il supporto offerto dalla sezione AIL di Napoli nel percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari e la disponibilità a collaborare con i Centri per monitorare l’efficacia dei trattamenti e supportare la ricerca. A rendere particolarmente interessante il campo d’azione delle CAR-T è poi la possibilità di offrire una speranza di guarigione a molti bambini che altrimenti non ne avrebbero. 

«Possiamo dire che il percorso affrontato da un paziente pediatrico per alcuni versi è sovrapponibile a quello di un paziente adulto, soprattutto per l’individuazione della malattia ematologica, del target e della eleggibilità del paziente – spiega Francesco Paolo Tambaro, direttore UOC Trapianto di Cellule Ematopoietiche e Terapie Cellulari, dipartimento di Ematologia, Oncologia e Terapie Cellulari, AORN Santobono Pausilipon di Napoli (clicca qui per la videointervista). «Negli adulti sono molto più frequenti le complicanze di tipo neurologico rispetto a quanto accade nei pazienti pediatrici, nei quali tuttavia la tossicità neurologica è più difficile da individuare. Bisogna considerare inoltre che i pazienti pediatrici sono stati sottoposti a precedenti linee chemioterapiche e si deve comunque monitorare tutto quello che hanno potuto comportare tali terapie, come i disturbi della crescita, i disturbi gonadici, i disturbi cardiologici che possono essere una conseguenza delle precedenti terapie. Inoltre, dobbiamo ancora capire se la terapia con CAR-T è definitiva o ha bisogno di un consolidamento con trapianto di cellule staminali successivo. Il follow up è molto orientato ad approfondire questi aspetti per i quali mancano ancora precise linee guida». 

Nonostante l’ottima prognosi della leucemia linfoblastica acuta pediatrica, il 15-20% dei casi va incontro a recidiva; è in questi casi che sono indicate le CAR-T che stanno aprendo nuove prospettive anche per altre forme di tumore in queste fasce d’età. «CAR-T - Destinazione futuro, campagna itinerante partita nel 202, – spiega Giuseppe Toro, presidente Nazionale AIL (clicca qui per la video intervista) – ci aiuta ad informare i pazienti ematologici e gli operatori sanitari su questa nuova frontiera della medicina che, siamo convinti, aprirà nuovi orizzonti terapeutici per alcuni tumori del sangue».

Le attività della campagna prevedono una landing page dedicata all’interno del sito dell’AIL (www.ail.it) con tutte le più importanti informazioni relative alle terapie CAR-T, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione. I capoluoghi regionali dove sono attivi Centri abilitati alla somministrazione ospitano eventi che coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari AIL e i media per fare il punto sullo stato dell’arte sulla terapia CAR-T, le criticità nella Regione, le aspettative e le domande dei pazienti. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla landing page di campagna, nel quale Andrea Grignolio, Docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano - CNR Ethics narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.

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