“Questi risultati forniscono nuovi dati che potrebbe risultare utili nel contesto delle attuali discussioni sulla necessità di ridurre l’utilizzo di nitriti da parte dell’industria alimentare nei prodotti di carne processata"
Un nuovo studio francese però rivela che nitriti e nitrati potrebbero influire sulla probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2. La ricerca, pubblicata su Plos Medicine è stata effettuata utilizzando i dati raccolti nell’ambito dello progetto NutriNet-Santé, uno studio prospettico (pensato cioè per seguire nel tempo i partecipanti), ancora in corso, che ha coinvolto oltre centomila cittadini francesi a partire dal 2009, per studiare l’associazione tra alimentazione e problemi di salute. I volontari che hanno accettato di partecipare allo studio hanno condiviso periodicamente con i ricercatori una serie di informazioni sulla propria condizione socio-demografica, l’insorgenza di patologie, gli stili di vita e l’alimentazione. Permettendo così agli scienziati di indagare l’impatto che hanno specifici comportamenti, o determinati cibi, sulla loro salute.
Nel caso specifico, i ricercatori hanno calcolato l’apporto giornaliero di nitriti e nitrati studiando i cibi consumati dai partecipanti, e annotando con precisione la quantità proveniente da conservanti alimentari, e quella presente invece, naturalmente, nei vegetali. I risultati hanno confermato i sospetti: il consumo di elevati livelli di nitriti (soprattutto se provenienti da cibi in cui sono aggiunti come conservanti) è collegato a un rischio aumentato di sviluppare il diabete di tipo 2, quello dell’età adulta legato ad obesità e alimentazione. I pericoli, invece, non sono emersi nel caso dei nitrati, che non sembrano collegati allo sviluppo del diabete neanche se utilizzati come conservanti.
“Questi risultati forniscono nuovi dati che potrebbe risultare utili nel contesto delle attuali discussioni sulla necessità di ridurre l’utilizzo di nitriti da parte dell’industria alimentare nei prodotti di carne processata – scrivono gli autori nello studio – e potrebbero supportare anche la necessità di leggi più stringenti sulla contaminazione del suolo da parte dei fertilizzanti. Ad oggi, comunque, molte autorità sanitarie in tutto il mondo consigliano ai cittadini di limitare il consumo di alimenti che contengano additivi controversi, come appunto il nitrito di sodio”.
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