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Il 15 per cento dei bambini italiani soffre di insulinoresistenza a causa del microbiota alterato

Pediatria Redazione DottNet | 26/09/2025 10:05

Gasbarrini: “Il continuo aumento delle malattie infiammatorie e metaboliche durante l’infanzia, dovuto alle modificazioni della flora intestinale, sta creando una situazione mai vista in passato. I numeri sono preoccupanti"

È il pediatra lo specialista della longevità, non il geriatra: è infatti l’alimentazione dei primi 10-12 anni di vita a gettare le basi della salute di tutta l’esistenza. Mantenere un microbiota equilibrato è fondamentale per contrastare le malattie infiammatorie, in costante aumento nell’infanzia e nell’adolescenza. Lo afferma il prof. Antonio Gasbarrini (nella foto), direttore scientifico dell’Ospedale Gemelli di Roma e gastroenterologo di fama mondiale, nel corso del XXXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica in corso in questi giorni a Roma.  "Le alterazioni del microbiota intestinale dovute ai cibi ultraprocessati (cioè quegli alimenti molto manipolati industrialmente e molto additivati)" dice Gasbarrini "lo rendono proinfiammatorio, quindi in grado di favorire malattie metaboliche che prima si manifestavano intorno ai 50 anni e che nei prossimi anni   compariranno a 30. L’insulinoresistenza, che è tra le prime manifestazioni di questo squilibrio, interessa ormai in Italia quasi il 15% dei bambini e in America addirittura 30%: tutti candidati a diventare diabetici conclamati entro i 18 anni". 

"È una  vera e propria epidemia quella delle  malattie infiammatorie in età pediatrica, responsabili delle cronicità negli adulti" concorda il prof. Claudio Romano, presidente SIGENP "Le malattie infiammatorie intestinali frutto della alimentazione scorretta nell’infanzia  ricca di alimenti ultraprocessati provocano infiammazione.

Sarà un enorme problema di salute pubblica, di sofferenza  per i singoli  individui e un disastro per i costi che travolgeranno  i sistemi sanitari". Il quadro non è rassicurante: "L’insulinoresistenza infatti può portare non solo a sviluppare diabete ma anche malattie infiammatorie, vascolari, cardiache fino a diverse forme di cancro" continua Gasbarrini, "è questa la sfida che i pediatri gastroenterologi si trovano a dover affrontare nei prossimi anni". Ma se il principale attore di questo problema mondiale è l’alterazione del microbiota  bisogna fare attenzione anche ad altri fattori come la sedentarietà, l’uso di antibiotici, la perdita dei ritmi circadiani, l’eccessiva igiene che stanno già determinando squilibri in età pediatrica. "In Italia ci illudiamo di essere protetti dalla dieta mediterranea", dice ancora Gasbarrini, "ma in realtà noi la dieta mediterranea tradizionale non la facciamo più. Prova ne sia che l’Italia, con la Grecia, ha la maggior percentuale di bambini obesi. Il consumo di cibi ultraprocessati è sempre più alto e si vede. Non siamo ancora al 47% dell’alimentazione infantile come accade nel Regno Unito ma la direzione è quella. Ugualmente illusorio è il digiuno più o meno periodico tanto di moda. Se non mangiamo il microbiota non cambia, semplicemente privato dei nutrienti altera ancora di più l’ambiente intestinale". 

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Sullo squilibrio del microbiota poi si innesta lo stretto legame fra cervello e intestino, mediato da ormoni, sul quale si sta facendo chiarezza poco alla volta: quello che il professor Gasbarrini chiama "asse enterolimbico". Tra sistema limbico cerebrale e intestino mediano le incretine, ormoni peptidici, in particolare GLP1 (che viene usato anche come farmaco antidiabetico). Quando il microbiota è alterato questo sistema di regolazione "salta". Si sviluppa insulinoresistenza  e nello stesso tempo va fuori controllo lo stimolo dell’appetito a livello cerebrale. Con tutto quello che ne consegue: diabete, obesità, malattie infiammatorie e altro. La soluzione vera di questo stato di cose è appunto riuscire a "costruire" un microbiota sano ed equilibrato, nei primi 10-12 anni di vita. Per questo è così importante il ruolo della gastroenterologia e della nutrizione pediatrica. Per questo il pediatra oggi può essere lo specialista della longevità. "Certamente non è tutto" dice il professor Romano "ma una nutrizione fatta di cibi non troppo manipolati, non ultraprocessati e ricchi di additivi sarebbe il modo più concreto e praticabile per garantire a bambini e poi agli adulti che diventeranno buona salute e longevità. Per orientarsi nella scelta il modo più semplice è tenere conto della classificazione NOVA che individua quattro gruppi di alimenti, dai più semplici e meno processati agli ultraprocessati".

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