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Diabete e vita di coppia: fa bene gestirlo insieme

Diabetologia Redazione DottNet | 06/02/2023 15:55

L’esperta spiega i vantaggi di una gestione a due tra le coppie più giovani o di lungo corso e suggerisce 5 modi per convivere con il diabete

Quello della condivisione è un verbo entrato nel linguaggio comune, che oltre a prevedere un coinvolgimento virtuale, trova molti riscontri nella quotidianità. Lo sanno molto bene quelle coppie che hanno deciso di gestire insieme una patologia cronica come il diabete e che stanno raccogliendo benefici nella loro routine.
"In una coppia in cui il partner ha il diabete, gioca un ruolo fondamentale la componente affettiva che si è dimostrata essere capace di migliorare la gestione di questa patologia(1). Se da un lato c’è la richiesta di aiuto nella gestione della malattia – spiega Maria Chantal PONZIANI, Dirigente Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Diabetologia e Malattie Metaboliche, ASL di Novara - dall’altro c’è la risposta di chi vuole essere preparato per poter offrire il miglior supporto emotivo e pratico. Un sostegno molto importante a patto che non invada gli equilibri della coppia e che può anche contare su soluzioni tecnologiche per controllare in parallelo il diabete".

LA COPPIA COME SQUADRA: IL VANTAGGIO DEL SUPPORTO PARITARIO
La partecipazione del partner al trattamento dipende da molti fattori tra cui la motivazione, il tempo che potrà dedicare e il livello di coinvolgimento che vorrà avere. Tra le criticità, c’è la difficoltà nel trovare il giusto mezzo per farlo, tra un eccesso di protezione o un eccesso di distanza. 
"Sono innegabili i vantaggi che derivano da una condivisione aperta della malattia con il partner. Vedo moltissime coppie – prosegue PONZIANI - che si alleano per chiedermi o propormi delle soluzioni che possano adattarsi alla loro routine.

Dimostrano un supporto reciproco decisamente più paritario rispetto alla dinamica familiare di quando è il figlio/a ad avere il diabete.  L’equilibrio che si instaura nella coppia consente di recepire molto meglio le novità, come il caso di dispositivi medici per il diabete e di vivere l’esperienza positiva con il proprio partner".

COPPIE ADOLESCENTI: VINCE L’AMORE ASSOLUTO (E L’INTIMITÀ)
Tra le giovani coppie, è automatico dichiarare la malattia? E cosa succede quando il partner adolescente confida di avere il diabete? 
"A differenza di quelle adulte, le coppie di giovani ragazzi accettano molto più serenamente il fatto di raccontare il loro problema e chiedono di volerlo gestire insieme al partner. È una condivisione piena, di amore assoluto, che può contenere anche una malattia cronica come questa, scoprendo i vantaggi di affrontarla insieme. Insomma, una sorta di: ti amo e ti aiuto!  È come se si scatenasse una gara di solidarietà per mettere a proprio agio il fidanzatino o fidanzatina. Piccoli gesti, come quello di rinunciare al dolce o alla bibita zuccherata continua PONZIANI - per non creare differenze e sofferenze reciproche. Inoltre li trovo molto sereni nell’affrontare l’intimità grazie anche alla tecnologia   sia per l’erogazione di insulina sia per il controllo della glicemia con device di piccole dimensioni non invasivi che facilitano  la gestione di questi particolari momenti  migliorando  il controllo glicemico e l’’accettazione degli strumenti terapeutici".

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COPPIE SOTTO CONTROLLO: L’AIUTO CHE VIENE DALLA TECNOLOGIA
Tra le coppie prese in considerazione si nasconde il pericolo del partner troppo assillante e iperprotettivo perché in ansia per salute del proprio lui/lei. Una difficoltà che potrebbe minare gli equilibri di coppia. Una preziosa soluzione viene dalla tecnologia attraverso sistemi intelligenti creati per fornire precise informazioni e somministrazioni. Sono piccoli dispositivi che evitano le punture quotidiane di insulina e i controlli glicemici dal dito (monitorano ogni 5 minuti i valori della glicemia e annunciano con anticipo quando è necessario intervenire sulla terapia).
"Incorrro spesso in racconti di pazienti che mi confidano la diffusa abitudine del partner troppo assillante perché vuole essere aggiornato sul consumo dei pasti, sui valori da monitorare, sulla puntualità dell’iniezione, e via dicendo. Se da un lato c’è sicuramente una giusta misura che un partner-caregiver potrebbe adottare, dall’altro trovo risolutivi i sistemi tecnologici per la gestione del diabete. La tecnologia si conferma lo strumento più idoneo per evitare escursioni glicemiche eccessive grazie al monitoraggio in continuo del glucosio e alla possibilità di avere in anticipo informazioni su come evolverà la glicemia. Inoltre - precisa PONZIANI - grazie alle pompe d’insulina è possibile adattare meglio la somministrazione del farmaco contribuendo a prevenire le ipoglicemie e le iperglicemie. Questo comporta una maggiore tranquillità anche per il partner che può vedere in diretta dallo smartphone l’iter della glicemia e dell’insulina. Insomma, una gestione senza tensioni data l’assenza di punture e misurazioni manuali e, pensando all’atteso San Valentino, e a una cena in tranquillità".  

5 MODI PER VIVERE IL DIABETE IN COPPIA IN MODO POSITIVO
Esistono piccoli accorgimenti che possono fare la differenza nella vita a due.
Questi i suggerimenti della diabetologa Chantal PONZANI

1. Affinate la vostra routine 
Costruire una dimensione di normalità serve ad evitare eccessi reciproci (e di assillare o allontanare troppo il partner) 
2. Non precludetevi alcuna attività
Discutere con il diabetologo di un programma per situazioni estreme, consente di pianificare importanti attività sportive, lavorative, di stress a cui non avreste mai pensato
3.  Sostenete i sogni del partner
Non esistono professioni o attività precise per chi ha il diabete e l’incoraggiamento del partner può contribuire a realizzarle
4.  Vivete in armonia la salute dei vostri figli
Non è prevedibile l’andamento della malattia sui figli, ma è controllabile il livello di ansia che una coppia può trasferire a tutta la famiglia  
5.  Condividete la vostra situazione
Rientrare in gruppi o contesti di coppie come voi vi farà sentire parte di una community e meno 
"diversi"

FONTE
1.    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6319281/

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