Coinvolge un terzo dei pazienti trattati ma che da qualche mese può contare su un trattamento innovativo per via respiratoria
Coinvolge un terzo dei pazienti trattati ma che da qualche mese può contare su un trattamento innovativo per via respiratoria
Una definizione che aiuta a capirne il significato. È la depressione resistente che, come suggerisce il nome, è una forma di depressione che non risponde adeguatamente ai trattamenti convenzionali. Può essere estremamente debilitante per coloro che ne soffrono, poiché possono sentirsi intrappolati in uno stato di tristezza e disperazione senza via d'uscita. La depressione resistente può richiedere un approccio di trattamento più intensivo e specializzato, che può includere una combinazione di farmaci, psicoterapia e altre terapie. Se ne parla nel corso del XXVI Congresso Nazionale della Società nazionale degli Psichiatri Forensi che si apre oggi ad Alghero (Hotel Catalunya dal 21 al 23 aprile). "Preoccupa il numero crescente di pazienti con depressione resistente che, a prescindere dalla gravità, comporta un’importante riduzione del funzionamento sociale del soggetto che tende a manifestare idee suicidari e in molti casi a realizzarle.
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Ettore: "Esistono sintomi specifici e riconoscibili che permettono una diagnosi più precisa, quali il disordine nella relazione madre-bambino, il disturbo da stress e i disturbi da ansia"
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Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
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