Canali Minisiti ECM

Enzalutamide riduce del 58% il rischio di metastasi o morte nei pazienti con tumore alla prostata ad alto rischio di recidiva

Farmaci Redazione DottNet | 03/05/2023 10:55

Il risultato, seppure in misura più contenuta, si raggiunge anche senza ricorrere alla castrazione farmacologica

Il trattamento con un farmaco anti-androgeno di nuova generazione, enzalutamide, associato alla terapia di deprivazione androgenica (la cosiddetta castrazione farmacologica), riduce del 58% il rischio di metastasi o morte nei pazienti con tumore alla prostata ad alto rischio di recidiva. Questo risultato, seppure in misura più contenuta, si raggiunge anche senza ricorrere alla castrazione farmacologica. È uno dei dati che emerge dallo studio di fase III Embark, presentato al Congresso dell'American Urological Association, che si è chiuso ieri a Chicago.

  "Dopo il trattamento primario, due pazienti su tre guariscono, ma si stima che, dieci anni dopo aver ricevuto una terapia 'definitiva' per il carcinoma prostatico, circa un terzo vada incontro a recidiva biochimica con livelli di PSA che aumentano progressivamente. Questi uomini hanno maggiori probabilità di morire per il cancro", spiega Ugo De Giorgi, direttore Oncologia Clinica e Sperimentale dell'IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori 'Dino Amadori' di Meldola, che ha partecipato al lavoro.

pubblicità

Lo studio ha coinvolto 1.068 pazienti con queste caratteristiche, evidenziando una riduzione del 58% della probabilità che la malattia si diffonda in altre parti del corpo, un miglioramento del 93% del tempo alla progressione del PSA e del 64% del tempo all'utilizzo di una nuova terapia antitumorale. La ricerca ha evidenziato risultati importanti anche con il solo enzatulamide, con miglioramenti pari, rispettivamente, al 37%, 67% e 46%.    Lo studio, secondo De Giorgi, dimostra per la prima volta che "è possibile evitare del tutto la castrazione farmacologica", che finora ha rappresentato lo standard di cura per questi pazienti. Questo trattamento "garantisce remissioni durature ma ha pesanti effetti collaterali", spiega l'oncologo. Proprio per questo "circa il 10%, soprattutto giovani, rifiutano questa opzione o cercano di ritardarla il più possibile. Ma la dilazione delle cure può portare a una progressione rapida del tumore e a una peggiore prognosi", conclude De Giorgi.

Commenti

I Correlati

Dibattito tra urologi in Sicilia: circa l’80% di anziani fragili in Italia soffre di incontinenza, investire su terapie e diagnosi precoci per migliorare la qualità di vita e ridurre la spesa sanitaria

Enlicitide ha mostrato riduzioni statisticamente significative e clinicamente rilevanti dei livelli di LDL-C sia nello studio di fase 3 CORALreef HeFH, che nello studio CORALreef AddOn

Pronto a breve lo studio per la validazione scientifica di GastroForm, questionario di 79 domande che mira a identificare le persone a rischio di sviluppare il tumore dello stomaco

Il parallel trade rappresenta una possibile soluzione alle crisi di carenza di farmaci e un’importante opportunità di ampliamento dell’offerta

Ti potrebbero interessare

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ultime News

Più letti