La gestione del diabete da oggi può vantare un nuovo sistema di monitoraggio in continuo della glicemia altamente affidabile, accurato e personalizzabile
Tra le principali paure di coloro che soffrono di diabete, c’è sicuramente quella dell’ipoglicemia, accompagnata da quella di non poterla prevedere in tempo. Una soluzione viene dalla tecnologia di ultima generazione (Dexcom G7) con l’evoluzione del nuovo sistema di monitoraggio in continuo della glicemia, presentato in Italia nel corso della VI edizione del Theras Day, evento che ha visto la partecipazione di esperti del diabete nazionali e internazionali. "Quella dell’ipoglicemia, come quella dell’iperglicemia, sono le due estreme espressioni di uno squilibrio del metabolismo del glucosio nel sangue. Per mantenere questi livelli entro limiti ottimali, il corpo produce l'ormone insulina, che aiuta le cellule ad assorbire il glucosio dal sangue. L’obiettivo della terapia insulina è quello di evitare le ipo e iperglicemie, ma soprattutto quello di mantenere un controllo glicemico stabile nel tempo, definito "time in range", vale a dire il tempo della giornata trascorso con intervallo glicemico ottimale. E’ molto importante poter monitorare questi livelli – interviene Graziano DI CIANNI (nella foto), Presidente Associazione Medici Diabetologi (AMD) - ma lo è ancora di più poterlo fare in continuo per avere un andamento costante in tempo reale ogni 5 minuti ed essere allertati con anticipo se occorre fare dei cambiamenti terapeutici. La predizione del dato è la condizione per attivare un processo di prevenzione che può allontanare le temute complicanze da ipoglicemie inavvertite e il rischio di livelli di complicanze gravi, che pretendono l’intervento di una terza persona".
PIU’ DEL 25% HA IPOGLICEMIE INAVVERTITE E RISCHIA 6 VOLTE DI PIU’
L’ipoglicemia è un pensiero costante che preoccupa la maggior parte della popolazione con diabete, che conta circa 500 milioni nel mondo, 50 in Europa (1) e 3,5 in Italia (2). Allarma anche uno studio (3) tra quanti soffrono di diabete 1, in cui oltre il 25% ha ipoglicemie inavvertite, condizione che aumenta 6 volte il rischio di degenerare in ipoglicemia severa.
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