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Smi, case di comunità: Occorre un approfondimento come sostiene la Meloni

Medicina Generale Redazione DottNet | 01/06/2023 16:00

"Siamo soddisfatti che su questo anche la Fimmg, che si era detto d’accordo, dall’inizio, con il progetto delle Case di Comunità, abbia maturato via, via, un ripensamento"

“Siamo d’accordo che il finanziamento previsto dal Pnrr, di oltre 15 miliardi di euro, richieda un approfondimento per quanto le Case di Comunità, come ha sostenuto il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Lo abbiamo detto fino da quando è stato redatto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Ad affermarlo, in una nota, Pina Onotri, segretario generale dello Smi.

“Per quello che riguarda i medici e i sanitari, infatti – argomenta Onostri -, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non contiene nessun accenno, rispetto alla necessità di aumentare le dotazioni organiche, né tanto meno d’investire sul personale medico e può rivelarsi, così, una grande operazione di edilizia sanitaria. Si potrebbe correre il rischio di non avere i medici a sufficienza per affrontare le centinaia di migliaia di prestazioni sanitarie negate e rinviate a causa del Covid- 19”.

Il segretario generale dello Smi esprime quindi soddisfazione per il fatto che “su questo anche la Fimmg, che si era detto d’accordo, dall’inizio, con il progetto delle Case di Comunità, abbia maturato via, via, un ripensamento”. Ed evidenzia: “Adesso occorre decidere di destinare i finanziamenti del PNRR per aumentare le retribuzioni dei medici di medicina generale e di quelli ospedalieri. Il loro lavoro deve essere valorizzato e riconosciuto dal punto di vista economico al pari dei colleghi europei, che sono meglio retribuiti in tutta Europa, unitamente alla necessità di predisporre un piano di assunzioni stabili di nuovo personale medico”.

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“La categoria medica – conclude Onostri - chiede a gran voce tutele e diritti, sicurezza sul luogo di lavoro in primis. Tempi di conciliazione normali, diritto di qualsiasi lavoratore. È stato certificato il sorpasso di genere, la professione di medico di medicina generale è ormai femminile e le donne medico sono aumentate tantissime anche in ambito ospedaliero; ma entrambe non riescono a conciliare la famiglia con un ritmo lavorativo tale e una disponibilità telefonica che è stata imposta per decreto. E’ ormai giunta l’ora di garantire il diritto alle ferie, al riposo, alle pause, in definitiva tutte le tutele di cui hanno diritto i lavoratori e le lavoratrici”.
 

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