Gimbe, brilla la Toscana con il 99%, fanalino di coda la Campania col 10%
Quasi due prestazioni sanitarie su tre saltate a causa della pandemia sono state recuperate nel 2022. Lo sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, in un report sul recupero delle prestazioni nel 2022 e sul finanziamento utilizzato dalle Regioni. Questi dati si basano sulle analisi, da parte di Gimbe, dei dati del ministero della Salute contenuti nel Rapporto sul Coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti. "Delle 20,3 milioni di prestazioni arretrate nel 2022 complessivamente - precisa - ne è stato recuperato il 65%, mentre il 35%, pari a 7 milioni, sono 'saltate' - precisa Cartabellotta -. Inoltre nessuna Regione ha raggiunto per tutte le prestazioni le quote di recupero previste dai Piani operativi regionali (Por), varati per recuperare le prestazioni non erogate durante il periodo pandemico".
"Il problema delle liste di attesa - dichiara Cartabellotta - affligge da sempre il nostro Servizio sanitario nazionale, ma negli ultimi anni si è aggravato per l'enorme quantità di prestazioni non erogate durante la pandemia Covid-19". In particolare, secondo i dati del ministero della Salute, nel 2020 (primo anno della pandemia), rispetto al 2019, in Italia sono stati oltre 1,57 milioni i ricoveri programmati in meno; per gli screening oncologici oltre 4,1 milioni di inviti e oltre 2,53 milioni di prestazioni in meno; infine, oltre 112 milioni le prestazioni ambulatoriali "saltate", tra visite specialistiche, esami di laboratorio e strumentali. Per fronteggiare il problema sono state stanziate risorse ad hoc per il recupero delle prestazioni: 500 milioni di euro come da Legge di Bilancio 2022. Il report si sofferma sulle tre tipologie di prestazioni sanitarie individuate dal ministero della Salute: ricoveri per interventi chirurgici programmati, inviti e prestazioni per le campagne di screening oncologici e prestazioni ambulatoriali".
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