"In Italia le donne con le protesi sono centinaia di migliaia e nel mondo sono milioni. Non sono solo donne che hanno fatto chirurgia estetica ma ci sono anche tante pazienti che hanno avuto un tumore al seno"
Le protesi mammarie "sono tra i dispositivi medici più studiati in assoluto al mondo e la letteratura scientifica al riguardo ci dice che non esistono differenze di percentuale di insorgenza di tumore tra popolazione femminile con e senza protesi, anzi ci dice che c'è addirittura uno zero virgola in meno nel gruppo di donne portatrici di protesi mammarie". Coì Roy De Vita, chirurgo oncoplastico e primario della Divisione di Chirurgia Plastica dell'Istituto Nazionale dei Tumori "Regina Elena" di Roma, risponde in un video su Instagram alle affermazioni della modella ed ex concorrente del Gf Vip Carolina Marconi la quale, colpita da tumore al seno, ha dichiarato che le protesi al seno hanno forse influito sull'insorgenza della sua neoplasia.
L’INT è centro di riferimento europeo per queste neoplasie poco conosciute ma aggressive: qui si curano adulti e bambini con un approccio multidisciplinare
L'allarme degli oncologi italiani secondo cui l'esposizione ai raggi UV può essere pericolosa se ripetuta durante l'infanzia e l'adolescenza
A Londra la ricerca del gruppo guidato dall'abruzzese Di Antonio
I risultati, pubblicati sul Journal of Clinical Investigation, aprono la strada a nuove terapie per questa neoplasia
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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