Lo indica l'analisi dei dati raccolti in precedenti ricerche e relativi a oltre 9mila pazienti, pubblicata sulla rivista Scientific Reports
ll vaccino contro l'influenza è candidato a essere un buon amico del cuore perché aiuta a ridurre il rischio di infarto e, più in generale, le morti causate dalle malattie cardiovascolari. Lo indica l'analisi dei dati raccolti in precedenti ricerche e relativi a oltre 9mila pazienti, pubblicata sulla rivista Scientific Reports. "Questi risultati evidenziano il potenziale della vaccinazione antinfluenzale come strategia aggiuntiva nella prevenzione delle malattie cardiovascolari", osservano i coordinatori della ricerca Fatemeh Omidi e Tala Sarmastzadeh, entrambi della Shahid Beheshti University of Medical Sciences di Teheran. Tuttavia, aggiungono, "per chiarire gli effetti benefici osservati, sono necessarie ulteriori ricerche sui meccanismi all'origine di quanto abbiamo visto". Le ricerche analizzate nello studio, le più recenti delle quali risalgono al primo agosto 2023, riguardano complessivamente 9.059 pazienti, 4.529 dei quali avevano ricevuto il vaccino contro l'influenza e 4.530 un placebo. Fra i vaccinati si è osservata un'importante riduzione degli eventi cardiovascolari (517 contro i 621 che avevano ricevuto il placebo). Se questi dati saranno confermati, il vaccino contro l'influenza potrà essere raccomandato anche per ridurre gli effetti delle malattie cardiovascolari. Finora la vaccinazione antinfluenzale è stata riconosciuta come efficace per prevenire l'influenza stagionale, in particolare nelle persone a rischio come gli anziani. Se il vaccino si confermerà un'arma efficace anche contro le malattie cardiovascolari, osservano i ricercatori, sarà uno strumento in più per ridurre gli effetti negativi di ipertensione, ischemia, fibrillazione atriale, ictus, endocarditi e altre malattie cardiovascolari, che tutte insieme sono fra le prime cause e malattie e morti nel mondo. Serviranno comunque ulteriori ricerche, considerando che esistono punti di vista divergenti riguardo all'impatto della vaccinazione antinfluenzale sulle malattie cardiovascolari.
Intanto aumenta il numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI) e di Covid in Italia. Nella 46° settimana del 2023, infatti, l’incidenza è pari a 7,6 casi per mille assistiti (6,6 nella settimana precedente). I casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 448.000, per un totale di circa 1.741.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza. È quanto emerge dal nuovo bollettino RespiVirNet curato dall’Iss. Nel rapporto si sottolinea che “a tale aumento concorrono diversi virus respiratori”. Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 16,0 casi per mille assistiti (12,8 nella settimana precedente). La scorsa stagione in questa settimana l’incidenza di ILI nei bambini sotto i cinque anni era pari a 28,4 casi mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni l’incidenza è a 5,89 nella fascia 15-64 anni a 8,20 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 5,19 casi per mille assistiti. Tutte le Regioni, tra quelle che hanno attivato la sorveglianza, registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale, tranne Friuli-Venezia Giulia e Molise. In Piemonte e Lombardia raggiunta la soglia di intensità media dell’incidenza. Quattro Regioni (P.A. di Bolzano, Valle d’Aosta, Basilicata, Calabria) non hanno ancora attivato la sorveglianza RespiVirNet.
In crescita del 31% dei nuovi casi di Covid nell’ultima settimana. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale di Iss e Ministero in cui si sono registrati 44.953 nuovi casi con un’incidenza che sale a 76 casi per 100 mila abitanti rispetto ai 58 di sette giorni fa. Al 22/11/2023 l’occupazione dei posti letto in area medica resta limitata, pari al 7,7% (4.811 ricoverati), ma in aumento rispetto alla settimana precedente (6,7% al 15/11/2023). In leggero aumento anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 1,5% (137 ricoverati) rispetto alla settimana precedente (1,4% al 15/11/2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 14/11/2023 è pari a 1,12 (1,08 - 1,17), in aumento rispetto alla settimana precedente (Rt=0,93 (0,89 - 0,98) al 7/11/2023, e sopra la soglia epidemica. L’incidenza di casi COVID-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 16/11/2023-22/11/2023 è pari a 76 casi per 100.000 abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente (09/11/2023-15/11/2023 pari a 58 casi per 100.000 abitanti. L’incidenza settimanale (16/11/2023-22/11/2023) dei casi diagnosticati e segnalati è in aumento in quasi tutte le Regioni/PPAA rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Veneto (176 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (2 casi per 100.000 abitanti).
La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è la fascia 90+ anni. L’incidenza è in aumento in tutte le fasce d’età. L’età mediana alla diagnosi è di 58 anni, stabile rispetto alle settimane precedenti.
La percentuale di reinfezioni è circa il 44%, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente.
Varianti
In base ai dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen, nelle ultime settimane di campionamento consolidate (dati al 20 novembre 2023), si continua ad osservare una predominanza di ceppi virali ricombinanti omicron riconducibili a XBB. Tra questi, in accordo con quanto osservato in diversi Paesi, la variante d’interesse EG.5, con diversi sotto-lignaggi, si conferma maggioritaria.
Il successo della procedura non dipende dal tipo di energia utilizzata per l'ablazione come dimostrano i recenti studi. "Pensiamo, quindi, che più di energia sia una questione di strategia"
Con uso tempestivo +50-70% di sopravvivenza ad arresto cardiaco
Allo stroke sopravvivono 45mila pazienti, che si trovano però a fare i conti con deficit motori (il 40% di loro) e cognitivi (più del 50%)
È un dispositivo temporaneo, utile soprattutto nei bambini
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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